Si è tenuto lo scorso 29 novembre, presso la prestigiosa sede del museo storico Lamborghini a Funo di Argelato (Bo), il convegno "Dalla gestione della maculatura bruna alle opportunità di mercato per la pera italiana: le risposte Syngenta alle esigenze dei frutticoltori".

Organizzato dalla casa di Basilea e in collaborazione con la "Rivista di frutticoltura e di ortofloricoltura", la giornata si è aperta con i saluti del technical support head Italy di Syngenta Mauro Coatti

"L'incontro - afferma il direttore responsabile di AgroNotizie Ivano Valmori presente all'evento - è stato l'occasione per approfondire le dinamiche commerciali dell'intero comparto del pero sia a livello mondiale, sia a livello locale".

"Grazie all'intervento del direttore di Cso Italy Elisa Macchi - prosegue Valmori - sono stati presi in considerazione i trend di produzione e consumo e le nuove esigenze di un consumatore sempre più attento alla qualità e all'origine del prodotto. Di spessore tecnico l'intervento della ricercatrice, presso il dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell'Università di Bologna, Marina Collina che ha evidenziato le problematiche legate all'insorgenza di resistenze provocate dal limitato numero di molecole e dai pochi meccanismi di azione disponibili per il controllo della maculatura".
 
Convegno Syngenta
(fonte: © Ivano Valmori)


Ma cosa è esattamente la maculatura bruna del pero?

A spiegarlo è il fitopatologo Riccardo Bugiani del Servizio fitosanitario Regione Emilia Romagna che afferma: "E' una malattia necrotossica causata dal fungo Stemphylium vesicarium. Le spore del fungo quando germinano emettono due tossine ospiti-specifiche (che colpiscono soltanto alcune varietà di pero e non altre) in grado di causare la morte e la necrosi delle cellule vegetali con cui vengono in contatto. Su tali necrosi sia il patogeno ma anche altri agenti fungini saprofiti si possono insediare aumentando il processo di necrosi delle foglie e marcescenza dei frutti. I danni, in annate particolarmente gravi come il 2018, possono arrivare ad essere superiori al 50-60%".

La malattia, che si sviluppa prevalentemente nei climi caldi e umidi, colpisce maggiormente l'Abate Fetel e la Conference. Meno suscettibili sono invece la Kaiser e la Passa Crassana, praticamente tolleranti o resistenti sono quelle appartenenti alla famiglia delle William (sia rossa che bianca).
"La sporulazione e le infezioni vengono favorite da temperature che variano dai 15 ai 28 gradi e da prolungate ore di bagnatura fogliare (superiori alle 10 ore)" aggiunge Bugiani.

Infatti, il clima umido e caldo della pianura padana costituiscono, in primis, le criticità del territorio emiliano romagnolo.
"Sono favoriti gli impianti che sono localizzati vicino ai canali, quelli coperti dalle reti antigrandine e spesso chiuse ai lati in funzione anti-cimice (aumento in media di quattro ore il numero delle ore di bagnatura), la pratica dell'irrigazione sopra chioma e, cosa più importante, gli impianti inerbiti (il fungo sopravvive con successo come saprofita su alcune essenze del cotico erboso). Durante la stagione vegetativa, quando la temperatura si mantiene stabilmente fra i 18 e 24°C con un optimum a 20-22°C, ad ogni evento piovoso o bagnatura prolungata, le spore del fungo vengono rilasciate nel frutteto. Se incontrano le condizioni favorevoli per germinare causano infezione sia su foglie che frutti".
 
Pero colpito da maculatura bruna
(fonte: © Riccardo Bugiani - Servizio fitosanitario Regione Emilia Romagna)

Per contrastare questa avversità, il technical crop manager specialties&vegetables di Syngenta Paolo Borsa ha presentato, nello speech finale, i prodotti più adatti da utilizzare.

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La giornata bolognese si è infine conclusa con una visita tra gli inizi della storia di Ferruccio Lamborghini e della sua azienda.
 
Museo Lamborghini
(fonte: © Ivano Valmori)