Nate ufficialmente nel 1962, dopo diverse edizioni per così dire non ancora "istituzionalizzate", le Giornate fitopatologiche sono un appuntamento biennale nato dall'esigenza di confronto fra i tecnici e i ricercatori del settore fitoiatrico italiano. A Chianciano Terme, dal 6 al 9 marzo, si è conclusa l'edizione 2018, la numero 30, per la precisione.

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Forte anche la presenza dell'industria, ovvero quel comparto che fornisce i mezzi tecnici grazie ai quali i fitoiatri possono articolare i programmi di difesa delle colture, siano essi di tipo integrato o biologico. Non a caso, oltre ad Agrofarma, rappresentata dal suo vicepresidente Luigi Radaelli, era presente anche Ibma, l'associazione dei produttori di prodotti per l'agricoltura biologica, nella persona di Vittorio Veronelli, suo presidente.

Le due associazioni hanno infatti partecipato all’organizzazione dell'evento unitamente al dipartimento di Scienze agroalimentari dell’Università di Bologna e all’Associazione italiana per la protezione delle piante (Aipp). Un evento che ha visto la presenza di oltre 250 operatori del comparto, studenti universitari, ricercatori e tecnici: un interessante confronto tra industria e mondo scientifico.

Il momento tecnico è servito, secondo Luigi Radaelli, a ribadire come le colture debbano essere difese e protette, grazie al supporto della scienza, in un contesto normativo chiaro e definito, ricordando come Agrofarma sia in prima linea per mettere a disposizione degli agricoltori italiani prodotti sempre più moderni e sostenibili, capaci di difendere l’ambiente e tutelare i consumatori.

I lavori della prima giornata sono stati aperti da Ersilia Di Tullio, di Nomisma, la quale ha presentato i risultati di uno studio svolto sul ruolo e le prospettive della difesa fitosanitaria in agricoltura, condotto coinvolgendo testimoni privilegiati delle istituzioni, del mondo universitario, delle imprese dei mezzi tecnici, della produzione agricola e della distribuzione.

Per gli stakeholder la difesa fitosanitaria segue oggi un approccio di sostenibilità ad ampio spettro, sia in termini di garanzie per la salute umana e la tutela dell’ambiente, sia economica per l’impresa agricola. Nei prossimi anni, in una logica di miglioramento continuo, occorrerà impiegare un ampio mix di strumenti, che necessitano di essere sempre più innovativi utilizzando tutte le tecnologie disponibili. Il futuro del comparto si sostanzia infatti nella ricerca multidisciplinare e in quella applicata di campo, nelle piattaforme di collaborazione integrata tra pubblico e privato, nella necessità di un corpus normativo chiaro e definito, condizione fondamentale per gli investimenti in ricerca e sviluppo delle aziende.

Matthew Phillips, consulente indipendente, ha invece illustrato le tendenze internazionali del comparto, esaminando i principali dati economici, presentando i possibili scenari che potrebbero verificarsi in seguito alle rilevanti operazioni in corso tra le maggiori aziende del settore.

In seguito, Vittorio Veronelli ha presentato l’associazione e i modelli di difesa biologica a oggi esistenti e le innovazioni tecnologiche del comparto.

Si sono poi susseguiti interventi di carattere tecnico-normativo: Mariastella Rubbiani, dell’Istituto Superiore di Sanità è intervenuta il merito al tema degli interferenti endocrini. Bruno Caio Faraglia, del Mipaaf ha invece trattato le emergenze fitosanitarie e delle specie aliene che attaccano le colture nazionali richiedendo ancora maggiori investimenti per la messa a punto di soluzioni idonee al controllo.

Nel corso delle giornate, il confronto tra l’industria ed il mondo scientifico è proseguito con la trattazione di temi quali quello della difesa dalle avversità, agrofarmaci salute e ambiente, applicazione dei mezzi di difesa e difesa dalle piante infestanti.
 
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Giornate Fitopatologiche 2018