E' uscita lo scorso 20 aprile l’edizione 2015 della Guida “Linee tecniche per la frutticoltura sostenibile in Piemonte”. Il volume, in 300 pagine, delinea il percorso "sostenibile" per produrre frutta di alta qualità e piena sicurezza alimentare. Apre con le varietà e portinnesti consigliati per il Piemonte, per poi affrontare le strategie di difesa integrata per le singole specie da frutto, i disciplinari di produzione, la creazione di nuovi impianti, le pratiche colturali. Il processo produttivo è affrontato in modo globale, fornendo le indicazioni pratiche messe a punto con la ricerca e la sperimentazione per gestire al meglio ogni passaggio chiave: irrigazione e risparmio della risorsa acqua, impollinazione e tutela delle api, indici di raccolta e di qualità, impianti antigrandine e reti anti-insetto. “Forniamo gli strumenti per conseguire qualità gustativa, sicurezza alimentare ed ecosostenibilità – afferma Michele Quaglia, presidente del Creso –. La frutta fresca del Piemonte consolida i suoi standard qualitativi, sanciti da Igp e processi di certificazione, preservando al contempo il prezioso ecosistema che ospita i frutteti”.

La ricerca consente di fare ogni anno significativi passi avanti in questa direzione. E’ condotta nell’ambito di progetti e reti scientifiche regionali e internazionali. Questa connessione mette a disposizione da subito le innovazioni più interessanti. Occorre ovviamente vagliarle, validarle, e spesso riformularle in modo originale. E’ quello che sta succedendo con il diradamento meccanico del pesco, una tecnica efficace per gestire il rapporto carico produttivo/qualità dei frutti, messa a punto qui in modo originale a partire da un’attrezzatura studiata in Germania e rilanciata ora a livello internazionale.
L’edizione 2015 propone alcuni focus su come affrontare emergenze fitosanitarie vecchie e nuove. A partire dalla cimice aliena (è arrivata a Cuneo nel 2013 dal Sud-Est Asiatico) Halyomorpha halys e dal moscerino occhi rossi Drosophila suzukii che in Piemonte colpisce in maniera disastrosa i frutti di bosco. Non mancano gli aggiornamenti sulla batteriosi dell’actinidia e sul giallume europeo delle drupacee.

La Guida è la base, l’intelaiatura. Per applicare correttamente le indicazioni, a valle c’è il fitto lavoro del gruppo di coordinamento costituito da 33 tecnici di base delle Organizzazioni professionali, delle Organizzazioni di prodotto, cooperative e strutture di lavorazione. “Spiegare come funziona il modello matematico previsionale per la ticchiolatura è un conto – commenta il direttore del Creso Silvio Pellegrino – passare i weekend di aprile ad applicarlo sulle singole stazioni meteo richiede impegno e dedizione. Solo in questo modo si proteggono i frutteti dalle malattie”. Ognuno di questi tecnici trasmette via WhastApp ai propri frutticoltori le informazioni su come sta evolvendo l’infezione di ticchiolatura nella sua micro-zona, consigliando da buon medico delle piante come e quando intervenire. Ne beneficiano soprattutto i produttori biologici, che hanno margini di intervento più risicati. Un grazie quindi a questo gruppo affiatato, che ha collaborato alla stesura della Guida, insieme al Servizio fitosanitario regionale e al Disafa dell’Università di Torino.

Il volume potrà essere ritirato gratuitamente presso i tre centri sperimentali del Creso. Non possono essere spedite copie, ma la versione online può essere scaricata all’indirizzo www.cresoricerca.it