Il marciume apicale del pomodoro è una malattia che si presenta con un annerimento della parte terminale del frutto, dovuta alla necrosi dei tessuti che rende il pomodoro non commerciabile. Le varietà di pomodoro ad esserne colpite sono quasi esclusivamente quelle allungate, come il classico San Marzano, oppure le tipologie Cuore di bue. Mentre è quasi impossibile riscontrare marciume sui pomodori tondi più piccoli, tipo ciliegino.

"Il marciume apicale del pomodoro è causato da una carenza di calcio nei tessuti del frutto", spiega ad AgroNotizie Massimo Zaccardelli, primo ricercatore del Crea - Centro di ricerca Orticoltura e florovivaismo di Pontecagnano (Sa). "Il calcio è un elemento fondamentale nella costruzione della parete delle cellule vegetali. Quando si verifica una sua carenza, i tessuti perdono di struttura e si sfaldano. Questo fenomeno comporta l'imbrunimento della parte distale del frutto che, in un secondo momento, può fessurarsi ed essere attaccato da funghi fitopatogeni".

A differenza di quanto molti possono pensare, il marciume apicale del pomodoro non è causato da un microrganismo, ma da uno squilibrio nutrizionale. Ma perché questo fenomeno interessa la parte distale del frutto e non altre parti della pianta? Questo è dovuto al fatto che l'apice del frutto del pomodoro è la parte che riceve il minor nutrimento quando un elemento è scarso. Il calcio, che entra nella pianta con il flusso dell'acqua attraverso le radici, viene intercettato prima dalle foglie, molto attive nella traspirazione, e poi dalla parte del frutto più vicina al peduncolo.

Questo è utile per comprendere anche quali possono essere le strategie utili a prevenire il marciume apicale del pomodoro che, come vedremo, non è curabile una volta che appaiono i sintomi, ma può solo essere prevenuto.


Cinque cose da sapere per prevenire il marciume apicale del pomodoro

La varietà. In commercio esistono varietà che molto raramente sono soggette al marciume apicale. La scelta di una varietà di tipo tondo di piccole dimensioni, come quella cherry, diminuisce sensibilmente il rischio che si sviluppi il marciume proprio per la conformazione sferica del frutto che permette una distribuzione più equilibrata dei nutrienti.

L'acqua. Gli ioni di calcio vengono assorbiti dalle radici attraverso l'acqua e da lì traslocati all'interno della pianta. Una carenza idrica non permette dunque alle radici di assorbire acqua dal terreno e, quindi, anche i nutrienti. Essendo il marciume apicale del pomodoro una malattia causata da uno squilibrio nutrizionale, è più frequente nelle piante soggette a stress idrico. Essendo il pomodoro una coltura che viene solitamente micro-irrigata è  buona prassi prevedere turni irrigui brevi e frequenti.

Ristagno idrico. Le radici delle piante per poter lavorare efficacemente hanno bisogno che il terreno sia ben drenato e ossigenato. La presenza di ristagni idrici, oltre a favorire la comparsa di marciumi delle radici causati da funghi e batteri, inficia la capacità di assorbimento delle radici stesse e, dunque, può causare uno squilibrio nutrizionale nella pianta.

Umidità controllata. In presenza di disponibilità idrica la pianta assorbe tanta più acqua quanto maggiore è la sua evapotraspirazione, cioè la quantità di acqua che lasciano il terreno e le foglie attraverso, rispettivamente, l'evaporazione e la traspirazione. Nelle giornate particolarmente afose l'evapotraspirazione può essere ostacolata dall'umidità relativa dell'aria elevata. Questo penalizza la capacità delle radici di assorbire acqua e nutrienti e, dunque, può portare ad una carenza di calcio nei frutti.

La concimazione. In alcuni casi, nonostante ci sia disponibilità di acqua, il suolo potrebbe essere carente di calcio, oppure quest'ultimo potrebbe essere non biodisponibile. In questi casi è consigliato intervenire con una concimazione (ad esempio con nitrato di calcio) che può essere sia fogliare, per un rapido assorbimento, che radicale, attraverso la normale fertirrigazione.


Marciume apicale: una questione di acqua

"Nella prevenzione del marciume apicale del pomodoro la corretta gestione dell'irrigazione è dunque la prima arma in possesso dell'agricoltore per difendere la propria coltura. La concimazione è invece uno strumento limitato a casi particolari", puntualizza Zaccardelli. "Si tratta comunque di una fisiopatia estremamente diffusa che anche in campi gestiti in maniera ottimale può colpire le piante. L'obiettivo dunque non deve essere una eliminazione totale del fenomeno, ma un contenimento della sua incidenza".

Per gestire al meglio i turni irrigui al fine di evitare alle piante stress idrici un aiuto può arrivare dai Sistemi di supporto alle decisioni, software in grado di stimare il fabbisogno idrico della pianta sulla base di dati raccolti in campo e provenienti da altre fonti, come le centraline meteo. In questo modo è possibile fornire acqua alla pianta nei momenti e nelle quantità che sono effettivamente necessarie.