Una resa inferiore al previsto per il pomodoro da industria, la campagna 2019 volge al termine e mentre l'Oi del Nord Italia annuncia un progetto triennale per lo studio del ragnetto rosso (Idra), temibile avversità che colpisce soprattutto nella zona del piacentino, il presidente Tiberio Rabboni tira le somme: "Quest'anno con il ragnetto rosso è andata meglio ma le rese sono a 66 tonnellate a ettaro, normalmente la media si attesta intorno alle 70, infatti abbiamo consegnato il 20% in meno rispetto a quanto pattuito a inizio stagione all'industria della trasformazione. Il calo è da imputare a una primavera fredda, con abbondanti piogge e a dieci successive ondate di calore a inizio estate. Le piante hanno sofferto molto lo stress. Il ragnetto rosso però, con tale umidità a maggio, ha colpito meno. Ad oggi sono state consegnate e lavorate 4 milioni e 700mila tonnellate di pomodori, fra Nord e Sud Italia. Nel solo Nord abbiamo consegnato 2 milioni e 400mila tonnellate", ha detto Tiberio Rabboni ad AgroNotizie.

Se da un punto di vista quantitativo non è stata una buona campagna, da quello qualitativo è andata meglio: "Il grado Brix e il colore sono nella media", ha confermato ancora Rabboni. Secondo dati Anicav, Associazione nazionale degli industriali delle conserve alimentari gli ettari a pomodoro da industria, nel 2019, ammontano a 64.528, fra Nord e Sud, con un aumento delle superfici del 6.4% sul 2018. "C'è un tema di fondo che dobbiamo affrontare - ha detto ancora durante l'intervista ad AgroNotizie Rabboni - ed è il cambiamento climatico. Abbiamo di fronte un impegno forte per la ricerca, dobbiamo adeguare le varietà e le tecniche agronomiche, l'innovazione è centrale".

A proposito di ricerca, si inserisce in quest'ambito Idra, annunciato proprio in questi giorni. E' un progetto che durerà fino al 2022 del Gruppo operativo per l'innovazione e che ha come obiettivo migliorare la difesa nei confronti del ragnetto rosso. Tetranychus urticae è un acaro parassita di dimensioni minuscole, con un apparato che lacera i tessuti e che fa ingiallire la coltura (non solo i pomodori), oltre a provocare danni all'apparato fogliare. Il progetto ha un costo complessivo di 250mila euro, 180mila dei quali finanziati dalla Regione Emilia Romagna nell'ambito del Psr.

Idra (acronimo di Innovazione nella difesa fitosanitaria contro il ragnetto rosso) punta a identificare i fattori predisponenti l'infestazione, formulare linee guida preventive e di gestione dell'avversità, studiare la dinamica delle popolazioni e i meccanismi di resistenza agli insetticidi, divulgare un approccio innovativo alla difesa e, infine, formare gli agricoltori. Dopo un 2018 da dimenticare, già nella campagna 2019 si sono messe in campo tutte le forze per evitare i danni della campagna precedente: "Ci siamo coordinati con i servizi fitosanitari, provinciale (Pc) e regionale, con l'Università Cattolica di Piacenza e con le Organizzazioni dei produttori per organizzare incontri con i produttori e per dare tutte le indicazioni necessarie a prevenire la diffusione del ragnetto e a gestirla. Poi abbiamo fatto lanci sperimentali di fitoseidi, acari predatori antagonisti del fitofago", ha detto ancora ad AgroNotizie Tiberio Rabboni.

Al progetto Idra collaborano: Consorzio agrario Terrepadane (ente capofila); Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza; Organizzazione interprofessionale Oi pomodoro da industria del Nord Italia; Ainpo; Centro di formazione, sperimentazione ed innovazione Tadini e quattro aziende agricole della provincia di Piacenza.

Progetto Idra: per combattere il ragnetto rosso del pomodoro da industria
Da sinistra: Paolo Gazza (direttore Op Ainpo), Tiberio Rabboni (presidente Oi), Simona Caselli (assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna); Marco Crotti (presidente Consorzio agrario Terrepadane) ed Emanuele Mazzoni (docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore)
(Fonte foto: Oi pomodoro Nord Italia)