Nove anni fa si riassumevano i punti salienti della dodina, fungicida di genetica francese, inventato da Rhone Poulenc Agro, che per 49 anni ha dato il suo contributo agli agricoltori contro una molteplicità di patologie. Una su tutte la ticchiolatura delle pomacee, senza dimenticare la bolla e la monilia delle drupacee. Impiegata in passato anche su vite e diverse colture orticole, la dodina fece la sua comparsa in Italia nel 1971 con un formulato granulare al 5% di sostanza attiva dal nome Melprex, ormai revocato dal 1990. Molta acqua è passata quindi sotto i ponti e forse è giunto il momento di rifare il punto che già AgroNotizie fece nove anni fa.

Nota: rispetto al precedente articolo i dati che seguono sono stati modificati in collaborazione con Upl che ha segnalato le inesattezze e ha permesso anche di correggere i riferimenti errati presenti in banca dati. Riferimenti sui quali era basato appunto il testo pubblicato in prima istanza.
 

Veterani da preservare

Si fa presto a buttare. Si fa ancor prima a rimpiangere. Si spera quindi che per la dodina vi sia ancora tempo e modo di esprimere tutte le proprie caratteristiche tecniche negli anni a venire, sopravvivendo all'attuale termine di autorizzazione previsto al 31 maggio 2024.

Appartenente alla famiglia chimica delle guanidine, la dodina ha tutt’oggi un modo d’azione sconosciuto nei dettagli fini. Si sa che interferisce a livello di membrana cellulare e porta in tal modo a morte il fungo patogeno nel volgere di poche ore. Il Frac l’ha posizionata nel gruppo U12, a rischio resistenze medio-basso, sebbene su ticchiolatura sia stato segnalato qualche caso.

Trattasi di fungicida a comportamento citotropico che svolge quindi azione preventiva, curativa ed eradicante, sebbene la strategia preventiva sia sempre da preferire, come pure vanno ricordate le sagge pratiche di alternare le sostanze attive nel corso dell’anno.
 

I formulati sopravvissuti

Utilizzabile per trattamenti sia in vegetazione, sia al bruno, la dodina è arrivata a contare su 102 formulati registrati, di cui oggi ne sopravvivono solo 12, tutte detenute da Arysta LifeScience Benelux. Si ricorda che Arysta è stata acquisita da Upl nel luglio 2018.

Di queste 12 sono quattro quelle che portano il prestigioso marchio di Syllit, quello che per decenni ha indentificato tali fungicidi nell’immaginario collettivo fitoiatrico.

Di seguito, la sintesi dei formulati autorizzati per come sono riportati da Fitogest, partendo proprio dal poker a marchio Syllit.

In ordine alfabetico, si parte quindi da Syllit 400 SC, attualmente non distribuito, poi Syllit 544 SC e Syllit 65, entrambi distribuiti da Upl, infine Syllit Flo, anch'esso non distribuito a oggi.

Gli altri otto formulati che risultano autorizzati, anche se non tutti distribuiti, sono i seguenti:
 
La formulazione preferita parrebbe essere proprio la sospensione concentrata a 400 grammi per litro di sostanza attiva, tranne un'unica eccezione a 544 grammi per litro.