Acque agitate nel mondo del latte anche al Sud: a gettare scompiglio fra produttori zootecnici e trasformatori sono le modalità di attuazione degli aiuti pensati nella prima fase della crisi dei consumi scatenata dal lockdown. E mentre l'Antitrust apre un'ampia inchiesta per violazione dell'articolo 62 del decreto legge n 1 del 24 gennaio 2012 - convertito nella legge 24 marzo 2012, n 27 - in Puglia Confagricoltura e Copagri insorgono contro i caseifici che avrebbero sottopagato il latte, nonostante gli aiuti per la crisi da Covid-19 sborsati dalla Regione e ottengono per questa settimana la convocazione del Tavolo del latte da parte dell'assessore alle Risorse agroalimentari, Donato Pentassuglia.

Ancora, Confagricoltura critica duramente per scarsa trasparenza il decreto della ministra Teresa Bellanova di proroga della deroga al divieto di utilizzo di latte congelato nella Mozzarella di bufala campana Dop, provvedimento nato a marzo 2020, con la crisi della Mozzarella legata al blocco dell'Horeca e ribadito dalla titolare delle Politiche agricole prima delle sue dimissioni.
 

Puglia, Pentassuglia convoca il tavolo del latte

L'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, ha convocato per il 21 gennaio alle 15.00, in videoconferenza, il Tavolo del latte. L'incontro sarà dedicato alla questione sollevata da Confagricoltura e Copagri. Alcuni caseifici pugliesi non avrebbero riconosciuto il giusto pagamento ai produttori di latte nonostante la legge regionale 13/2020 recante "Misure straordinarie di sostegno al settore lattiero-caseario". Per i vertici pugliesi di Confagricoltura e Copagri si tratta di una "grave scorrettezza che viola i dettami della legge regionale 13/2020 e i cui risvolti necessitano di attenti approfondimenti".
 

L'indagine dell'Antitrust per violazione dell'articolo 62

I casi, a quanto pare registrati in tutto il territorio pugliese, sono vari, e su almeno cinque di questi sono già in corso indagini da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato per violazione dell'articolo 62 del decreto legge n 1/2012 che regola le relazioni commerciali nella filiera agroalimentare. I procedimenti sono stati avviati tutti su segnalazione del ministero delle Politiche agricole - dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, a seguito dei controlli eseguiti sul campo dai propri uffici territoriali, nel corso del 2019 e nel primo semestre del 2020. L'inchiesta riguarda complessivamente 14 aziende casearie collocate oltre che in Puglia (5 caseifici) anche in Sardegna (7), Lombardia (1) ed Emilia Romagna (1).

Secondo una nota dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato "Diverse le condotte contestate nelle comunicazioni di avvio delle istruttorie. In particolare: in nove casi sono state contestate le modalità con le quali viene disciplinata la fornitura del latte fresco, ipotizzando violazioni quali la totale assenza di contratti scritti, la mancata indicazione di elementi essenziali quali il prezzo o la quantità del latte oggetto di conferimento, la durata dei contratti inferiore ad un anno, il ritardo nei pagamenti", che invece devono essere effettuati - in forza dell'articolo 62 - entro trenta giorni dall'ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura.

Inoltre "in due casi è stata contestata l'imposizione, da parte dei caseifici, in danno degli allevatori conferenti, di una riduzione unilaterale e retroattiva del prezzo del latte contrattualmente previsto per i mesi di marzo e/o aprile 2020, in relazione alla crisi determinatasi nel settore lattiero caseario per la pandemia da Covid-19; in tre casi, infine, sono state contestate entrambe le tipologie di condotta".
 

La denuncia di Confagricoltura e Copagri Puglia

 "Produttori nostri associati - hanno spiegato Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia e Tommaso Battista presidente di Copagri Puglia - ci hanno riferito che diversi caseifici hanno fatto loro richiesta di fatture a saldo per il conferimento del latte di marzo e aprile 2020 per soli due centesimi rispetto al prezzo di febbraio 2020, non pagando quindi dai due ai quattro centesimi al litro, nonostante gli accordi e la legge regionale 13/2020 prevedano tutt'altro".
 
"Se la scorrettezza di un comportamento di questo genere dovesse essere confermata - avevano detto - diventa urgente l'intervento del assessore all'Agricoltura Donato Pentassuglia e la convocazione del Tavolo".
 
La legge regionale 13/2020 stanzia due milioni di euro per sostenere gli allevatori, che hanno dovuto ridurre la produzione di latte e subìto una riduzione del prezzo del prodotto alla stalla, e i trasformatori, che stanno ritirando il latte bovino dai produttori pugliesi agli stessi prezzi praticati prima dell'emergenza Covid-19. La legge era nata da un'altra denuncia degli allevatori, i quali a marzo del 2020 si erano visti tagliare drasticamente i pagamenti da parte di molti caseifici pugliesi.

I trasformatori avevano motivato il taglio con gli effetti della crisi coronavirus. Una giustificazione inaccettabile per i produttori perché, se è vero che nel periodo del lockdown c'è stato un calo di richieste di prodotti caseari da parte del circuito Horeca, c'è stata contestualmente un'impennata di richieste provenienti dalla grande distribuzione, settore che ha registrato in quel periodo un aumento delle vendite di prodotti caseari freschi di quasi il 50%.
 

Confagricoltura, stop al latte congelato nella Mozzarella di bufala campana

La ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova ha prorogato la deroga al disciplinare di produzione della Mozzarella di bufala campana Dop - che consente l'utilizzo di latte congelato da parte dei caseifici, pratica ordinariamente vietata, fino al 30 giugno prossimo. Un decreto che non piace a Confagricoltura, che con una nota segnala che il provvedimento "non aiuta l'allevamento e non valorizza l'immagine del prodotto verso i consumatori".

Il decreto di deroga, inizialmente approvato a marzo scorso in epoca di lockdown, ad avviso di Confagricoltura "non ha portato benefici ai produttori ed ha generato una situazione di confusione e poca trasparenza che andava corretta e non accresciuta".

"Riscontriamo mancanza della certezza dei dati sui quantitativi di latte che i caseifici hanno stoccato e sui prodotti semitraformati che ne sono derivati e di quanti di questi ne siano stati finora utilizzati" conclude l'organizzazione agricola che sottolinea come "di fatto, si è sminuito decisamente il rigido sistema di controllo previsto tra latte munto e certificato per la Dop e prodotto Dop trasformato".

Secca la risposta del Consorzio tutela Mozzarella di bufala campana: "Si è trattato di un provvedimento necessario ad evitare che si buttasse via latte ed a gestire il mutato andamento della domanda di mozzarella a causa della crisi da Covid che ha interessato tutto il settore, inoltre  quella della Mozzarella di bufala campana è una delle filiere più trasparenti, con una tracciabilità completa sulla piattaforma gestita dai ministeri delle Politiche agricole e della Salute".

In pratica, la proroga consente di smaltire nel tempo i quantitativi di latte congelato ancora stoccati che per altro - tiene a precisare il Consorzio tutela Mozzarella di bufala campana Dop - viene utilizzato in un prodotto nella cui etichetta è ben evidenziato l'utilizzo del latte congelato, per distinguerlo dalla mozzarella prodotta con solo latte intero fresco crudo o termizzato e comunque entro le 60 ore dalla prima mungitura, come ordinariamente previsto dal Disciplinare di produzione.