Le nuove sfide che l'agricoltura deve affrontare in campo globale. Questo il tema principale trattato nel corso dell'inaugurazione del 211esimo Anno accademico dell'Accademia nazionale di agricoltura.
La cerimonia, che si è svolta nella Sala dello Stabat Mater dell'Archiginnasio di Bologna lo scorso 16 aprile, ha visto la presenza delle principali autorità politiche, civili e accademiche cittadine.

Grande attenzione è stata poi rivolta ai temi più attuali della sostenibilità ambientale legati a due tematiche tra loro strettamente correlate come la tutela del suolo e le forti ripercussioni sulla disponibilità alimentare mondiale in rapporto ai cambiamenti climatici e alla produzione agroalimentare.

"Negli ultimi anni, ormai, è stato ben compreso come le attività agricole che l'uomo compie sulla terra, sono direttamente legate sia alla sua salute, derivante dalla qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari, che alla gestione dei luoghi e dell'ambiente" ha detto Giorgio Cantelli Forti, presidente dell'Accademia nazionale di agricoltura, nella sua relazione Suolo e agricoltura tra storia e futuro.
"Tutelare il suolo, evitarne il consumo scellerato, ottimizzare l'utilizzo di quello adoperato per le produzioni agricole, inserirlo all'interno di un virtuoso processo produttivo, economico e sociale che aiuti l'uomo a essere attore primo della sua gestione, sia traendo beneficio dai suoi prodotti che rendendolo attore primo della sua tutela e valorizzazione, può essere il passo decisivo verso una corretta sostenibilità ambientale"

Successivamente Stefano Zamagni, già ordinario di Economia politica all'Università di Bologna e adjunct professor presso la Johns Hopkins University Sais Europe, ha esposto Il dilemma etico dell'agricoltura di oggi: proposte per il suo scioglimento.

"Quando si affronta il tema del cambiamento climatico in rapporto all'alimentazione - ha sostenuto Zamagni - si considera quest'ultima per lo più come vittima piuttosto che come una delle cause del fenomeno di degrado ambientale. Ne deriva che quando si ammette la responsabilità dell'alimentazione nei confronti del cambiamento climatico, si guarda di solito all'aspetto agricolo dell'alimentazione e alle emissioni di gas serra prodotte dall'agricoltura".

E' perciò molto importante ricordare, ha continuato, che "l'agricoltura è responsabile del 24% circa delle emissioni derivanti dall'attività umana. Ecco perché per ridurre l'effetto nocivo sul clima proveniente dalla nostra alimentazione non basta cambiare il modo di produzione del cibo che consumiamo. Nei prossimi decenni, infatti, non sarà solo la crescita demografica ad incoraggiare l'aumento della domanda: all'aumentare del reddito, nei paesi emergenti si registrerà un maggiore consumo pro-capite, sempre più allineato al modello dei paesi ricchi e orientato verso cibi ad alto contenuto di grassi, zuccheri e proteine animali. La cosiddetta transizione alimentare potrà dunque avere effetti destabilizzanti sull'equilibrio ecologico".

Presenti all'inaugurazione anche Simona Caselli, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, e Antonino Rotolo, prorettore per la Ricerca all'Università di Bologna.

"Il tema trattato oggi, ovvero il suolo, è molto importante e la riflessione che viene fatta riguarda uno dei punti chiave dell'agricoltura del futuro e anche uno dei suoi dilemmi. Di fronte a uno scenario cha dal punto di vista sociale, in prospettiva 2050, ci porterà a dover trovare cibo per 9 miliardi di persone, dall'altro porterà a un forte consumo delle risorse a nostra disposizione" ha affermato l'assessore Caselli.

"Tale situazione - ha poi continuato - porta con sé grandi contraddizioni, tra milioni di persone sovrappeso o obese e quasi un miliardo sottopeso e malnutrite, con un 33% di spreco nella produzione alimentare. Lo sviluppo sostenibile futuro consegna, dunque, all'agricoltura, un ruolo sociale molto forte e il suolo rientra in tutto questo".

"I progetti dell'agri-food che porta avanti l'Università di Bologna legando agricoltura, benessere e salute coinvolgono i nostri diversi dipartimenti e, se oggi Bologna è al primo posto nel campo della ricerca alimentare, lo si deve anche collaborazioni come quelle con l'Accademia che resta un punto di riferimento imprescindibile per qualità e ricerca scientifica" ha invece affermato Antonio Rotolo.

Le conclusioni della cerimonia sono state affidate al presidente Giorgio Cantelli Forti, il quale ha espresso soddisfazione per la sottoscrizione dei Protocolli d'intesa tra l'Accademia e le diverse istituzioni cittadine e regionali.