Dal 2021 il Pignoletto Doc diventerà Pignoletto Emilia Romagna Doc. A disciplinare approvato, sarà infatti  l'unica tipologia della Doc "Emilia Romagna", grazie alla condivisione di obiettivi tra il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna, la Regione Emilia-Romagna e il ministero delle Politiche agricole. La protezione comunitaria legata al territorio regionale consentirà al vino di avere un riconoscimento ancora più importante, sia a livello nazionale che internazionale.

Se la Docg "Colli bolognesi Pignoletto" include un territorio collinare molto ristretto a Sud di Bologna, per il Pignoletto Doc si va dal territorio di Modena a quello di Forlì.

Il Pignoletto Doc, fatto con l'uva a bacca bianca Pignoletto, sinonimo di Grechetto gentile, da tre anni è diventata la seconda denominazione enologica della Regione, dopo il Lambrusco.

"Quest'anno saranno sui 13milioni di bottiglie, ce ne aspettavamo 14 ma con il lockdown c'è stato un rallentamento" spiega Giacomo Savorini, direttore dei Consorzi che oggi tutelano il vino Pignoletto, ossia Consorzio Pignoletto Emilia Romagna e Consorzio vini Colli bolognesi.

"La doc del Pignoletto nasce nel 2014, oggi si evolve ma è relativamente giovane. In sei anni gli ettari vitati a Pignoletto sono più che duplicati: da 1.650 ettari circa ora siamo a 2.520, questo la dice lunga sulla crescita di interesse che ha suscitato questo vino, che al 95% è nella versione frizzante-spumante e solo nei colli bolognesi si trova anche la sua versione ferma continua Savorini - . Nel 2022 speriamo di arrivare a 15 milioni di bottiglie, inoltre dovrebbe aumentare la componente spumantistica, più facile da esportare all'estero".

"Quello della Doc Emilia Romagna è un percorso che va avanti da molto tempo. Dopo il voto assembleare dello scorso 4 agosto, la documentazione inviata alla Regione arriverà al Mipaaf e poi alla Commissione europea - conclude Savorini -. Ci auguriamo che nel 2021 sia tutto a posto e di poter brindare con la nuova denominazione".