Il Polo distrettuale del pomodoro da industria del Centro Sud Italia si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento penale che verrà intrapreso nei confronti dei responsabili della vicenda di Nardò, dove lo scorso 20 luglio un bracciante sudanese senza contratto, Mohamed, è stato stroncato da un infarto mentre raccoglieva pomodori.

“Bisogna sostenere e tutelare la filiera del pomodoro da industria, spesso sottoposta a duri attacchi legati ad una non sempre reale conoscenza del mondo agricolo - dichiara il presidente Annibale Pancrazio, che aggiunge - fenomeni di lavoro irregolare, anche se legati a poche aziende, dalle quali il Polo distrettuale prende le più ferme distanze, vanno combattuti con un’azione sinergica che coinvolga tutte le parti interessate”.

“Speculare sui gravi incidenti, come quello verificatosi nelle campagne di Nardò lo scorso 20 luglio – dice ancora Pancrazio - e continuare, demagogicamente, a condannare l’intera filiera del pomodoro da industria non risolverà il problema, ma continuerà a diffondere una cultura irreversibilmente dannosa per un settore già in crisi. Sarebbe auspicabile accogliere l’invito dell’Anicav, l’Associazione nazionale degli industriali conservieri, a lavorare tutti insieme, organizzazioni sindacali, associazioni, istituzioni, per trovare soluzioni concrete".

Nel corso dell’ultimo incontro promosso dal Distretto con le Organizzazioni sindacali nazionali di categoria, pur nella consapevolezza della marginalità che tali fenomeni rivestono nel comparto del pomodoro da industria, il Polo distrettuale ha ribadito la necessità di istituire un osservatorio per monitorare le dimensioni dell’utilizzo illegale di manodopera nella raccolta del pomodoro e di rendere immediatamente operativa la Rete del lavoro agricolo di qualità, prevista dal provvedimento Campolibero, che rappresenta un importante strumento per il contrasto dei fenomeni legati al lavoro sommerso e al lavoro irregolare.
 
La lotta al caporalato e all’impiego di manodopera illegale in agricoltura rappresenta, infatti, uno dei principi ispiratori del Polo stesso. Il contratto quadro d’area, che detta le regole per la campagna di trasformazione, stabilisce che le Op dichiarino nei contratti di fornitura, con riferimento alla manodopera impiegata, l’osservanza dei contratti collettivi nazionali di lavoro, della normativa in materia previdenziale e assistenziale e di quella in materia di lavoro per immigrati e di scurezza sul lavoro. Tale previsione risponde all’impegno, contenuto nello Statuto del Distretto, di “promuovere in tutte le fasi della filiera il pieno rispetto delle normative cogenti e della legalità, valorizzando il ruolo etico dell’impresa, e la buona occupazione del settore”.