E se il problema non fossero le gelate ma il troppo caldo in anticipo? Forse per prevenire i danni delle gelate all'ortofrutta la soluzione sta nelle piante stesse, o meglio, intervenire sulle piante.
Sono alcuni spunti di discussione emersi durante l'incontro online "Cambiamenti climatici ed effetti sull'ortofrutta", organizzato da Italiafruit News lo scorso 30 aprile, che ha visto intervenire il climatologo Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana e Roberto Della Casa, publisher representative di Italiafruit News.
 

Cosa sta succedendo

Le gelate dello scorso aprile hanno colpito soprattutto i frutticoltori del Nord Italia, che avranno una produzione molto ridotta a causa dei danni provocati dagli improvvisi abbassamenti di temperatura.
  Quello delle gelate tardive, verificatesi negli ultimi due anni e nel 2017, è in realtà un evento normale se si guarda al clima del passato, ha ricordato Mercalli. Il climatologo ha sottolineato, invece, che oggi si registra un aumento della temperatura in altre stagioni che rende la vegetazione più vulnerabile, ed è questo il vero problema.
 

Perché?

La gelata del 2021 è stata preceduta da temperature estremamente calde nella Pianura padana in marzo, e dopo pochi giorni si è passati a valori minimi. Il caldo prolungato ha messo in moto il risveglio della vegetazione e i danni si sono poi verificati quando è arrivato il gelo tardivo che ha colpito le piante quando erano in uno stadio fenologico avanzato.

La discesa di aria polare marittima, arrivata fino all'Italia, potrebbe avere spiegazioni nel riscaldamento globale che sta generando maggiori ondulazioni della corrente a getto polare, una corrente anulare che si muove rapidamente e che, in condizioni normali tiene il freddo confinato nella zona polare. Con il riscaldamento globale c'è sempre meno ghiaccio nell'Oceano artico e il mare è quindi più mite provocando dei rallentamenti nella corrente a getto polare. Questo tende a creare delle ondulazioni molto lente, i meandri, che possono portare l'aria fredda molto più a Sud e l'aria calda molto più a Nord. Il meandro freddo può portare a episodi anomali con il gelo, mentre il meandro caldo può portare alla siccità. Questi meandri si spostano lentamente e quindi possono generare anomalie su lunghi periodi, settimane o mesi, e si teme che questo diventi più frequente in futuro.

Il trimestre prima della gelata, da gennaio a marzo 2021, è stato di 0,3 °C sopra la media. Il riscaldamento c'è e può anche essere la causa di queste locali incursioni di freddo, ma complessivamente il pianeta si sta scaldando.
 

Scenari futuri

Si prevede che la temperatura globale nei prossimi anni aumenterà e dipenderà da noi, dalle nostre scelte e dal nostro comportamento, dalle strategie che gli Stati adotteranno, se di poco o di molto. Tutto sta rapidamente cambiando: paesi interni, come la Polonia, potrebbero essere sempre meno freddi, mentre l'Italia, data la sua posizione vicina all'Africa, è più vulnerabile. La frutticoltura, avendo un ciclo pluriennale, potrebbe risentirne maggiormente, soprattutto per quanto riguarda la siccità.
 

Cambio di prospettiva

Con queste previsioni serve un cambio di prospettiva. E' necessario considerare con attenzione queste tendenze e guardare alle innovazioni tecnologiche con un approccio diverso, pensando ad esempio a mezzi che rallentino lo sviluppo delle piante o alla scelta di varietà tardive per cercare di evitare i danni provocati dalle gelate, o a varietà resistenti alla siccità e alle alte temperature per le zone più soggette a questi fenomeni.

 

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