Si è concluso, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea L 398 del 27 novembre 2020 del Regolamento di esecuzione (Ue) 2020/1767 della Commissione del 20 novembre 2020 recante iscrizione di un nome nel registro delle denominazioni d'origine protette e delle indicazioni geografiche protette, l'iter per il riconoscimento dell'Igp per la Rucola della Piana del Sele. Ad annunciarlo con una nota è l'assessorato Agricoltura della Regione Campania.

"Una splendida notizia da Bruxelles. Alle Igp campane riconosciute dall'Ue se ne aggiunge un'altra, la Rucola della Piana del Sele. L'ennesimo eccellente prodotto della nostra agricoltura - commenta l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo - riconosciuto per le caratteristiche organolettiche che dobbiamo ad un ambiente particolare, dal punto di vista delle qualità del suolo e dal punto di vista climatico, ma soprattutto alla sapienza antica dei nostri agricoltori che hanno saputo preservare, proteggere e amare questo eccezionale prodotto della terra".

La Rucola della Piana del Sele - prodotto di punta nelle linee di IV Gamma - interessa attualmente una superficie di oltre 3mila ettari, distribuiti sugli otto comuni che compongono l'area geografica Igp, tutti in provincia di Salerno: Battipaglia, Bellizzi, Eboli, Pontecagnano - Faiano, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella e Capaccio-Paestum. L'organismo di controllo per l'Igp è il Dipartimento qualità agroalimentare (Dqa).

La produzione media degli ultimi anni è stata pari a circa 400mila tonnellate di prodotto, che "è il 75% circa della produzione nazionale, con un fatturato medio annuo di oltre 600 milioni di euro - sottolinea la nota di Regione Campania, dove si evdenzia come - le aziende agricole interessate alla sua coltivazione sono 400 a cui vanno aggiunte le 35 imprese che curano la successiva fase di lavorazione, confezionamento e commercializzazione".

Sempre secondo Regione Campania "La Rucola della Piana del Sele mostra un trend di crescita del 3%, in virtù della stessa percentuale di aumento annuo della richiesta a livello nazionale e internazionale".
La Rucola della Piana del Sele è il 26° prodotto campano ad essere riconosciuto dalla Ue tra le denominazioni geografiche, l'undicesima Igp, la nona tra i prodotti dell'ortofrutta.

"Il riconoscimento avviene in un anno particolare in tutti i sensi, anche per il settore della quarta gamma, che ha visto una sensibile diminuzione di fatturato in Italia ed in Europa e l'auspicio è che il marchio Igp possa rilanciare la domanda e il consumo non solo del prodotto ma dell'intero comparto" è scritto nella nota di Regione Campania.
 

Bellanova, orgogliosi per questo riconoscimento

"Ancora un'altra Igp si aggiunge al registro europeo. È la Rucola della Piana del Sele Igp, chiamata anche rucola selvatica. Un ortaggio coltivato nella provincia di Salerno e che presenta caratteristiche molto particolari al gusto e all'olfatto, anche grazie alla specificità del territorio e del clima in cui è prodotta". Così la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova su Facebook.

"Siamo orgogliosi - continua la ministra - dell'ulteriore riconoscimento dell'eccellenza dei nostri prodotti e del valore aggiunto che essi rappresentano, candidandosi a vera e propria leva per lo sviluppo dei territori, di questa straordinaria filiera, delle donne e degli uomini che con grande capacità lavorano per garantire maggiori traguardi e riconoscimenti".
 

Coldiretti Salerno, la gioia di Busillo

"Non posso che esprimere soddisfazione, dopo anni di intenso lavoro portato avanti con i tanti imprenditori che hanno creduto nel progetto" sono le prime parole di Vito Busillo, presidente di Coldiretti Salerno e dell'associazione per la valorizzazione dei prodotti di quarta gamma della Piana del Sele.

"E' stato un lavoro condiviso ed è un riconoscimento importante al lavoro di tanti imprenditori che hanno operato per creare il primo polo produttivo italiano - aggiunge Busillo -. Un ringraziamento particolare va al ministero delle Politiche agricole, in particolare a Luigi Polizzi, che con il suo staff ci ha accompagnato e sostenuto in un percorso lungo e non semplice. Un grazie ad Antonio Falessi di Coldiretti Campania e Michele Bianco che hanno lavorato operativamente alla stesura del regolamento".