Momento difficile quello che la carne sta attraversando in Europa, e l'Italia non fa eccezione, anzi.
I mercati sono quasi tutti con il segno meno davanti e le maggiori sofferenze si registrano per suini e avicoli. Nemmeno il comparto della carne bovina sembra essere risparmiato da questa congiuntura negativa.


La carne bovina

Analizzando i dati raccolti ed elaborati dalla Commissione europea, il prezzo medio pagato per le carcasse di bovini in uscita dai macelli si sono fermati a 372,1 euro al quintale, con un modesto calo rispetto al mese precedente, ma con un significativo meno 3,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

Meglio la situazione per il vivo, con prezzi in netta ripresa per i vitelli da carne, sebbene resti consistente la flessione (-12%) rispetto a un anno fa.

In Italia il prezzo medio della carne di vitellone segnalata da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agroalimentare) per il mese di febbraio si colloca a 510 euro per quintale, in leggero aumento rispetto a gennaio (+1,7%), ma in flessione rispetto all'anno precedente (-1,5%).
 

 

Le macellazioni

Fra le motivazioni all'origine dello sfavorevole momento di mercato si può annoverare l'andamento delle macellazioni, che a fine dicembre 2018 faceva segnare un aumento medio dell'1,6% della produzione di carne bovina nei 28 paesi della Ue.

Significativo l'incremento della carne proveniente dalle bovine da latte, frutto della politica di riduzione della produzione del latte incentivata dalla politica comunitaria nel 2018.
Più modesta la quota proveniente dagli animali da carne, per alcune categorie persino in contrazione.
 

 

La carne suina

Passando al comparto suino, la situazione appare a prima vista in controtendenza, con aumenti anche significativi nelle ultime settimane.
Il prezzo medio si colloca poco sopra i 140 euro al quintale, ma il divario rispetto allo scorso anno rimane importante e prossimo al 6%.

Siamo tuttavia in una fase del mercato statisticamente proiettata verso un aumento dei prezzi. Le prossime settimane saranno decisive per averne conferma.

Situazione difficile in Italia, dove i prezzi all'origine registrati da Ismea per il mese di febbraio si fermano a soli 115 euro per quintale, in flessione rispetto a gennaio (-2,5%) e molto a disotto dell'anno precedente (-23,1%).
 

 

Produzione, come evolverà

La diminuzione nel numero di scrofe in allevamento e poi del numero di animali in gravidanza lasciano prevedere una minore disponibilità di carni suine, il che potrebbe contribuire a tonificare il mercato.

Si potrebbe così invertire il trend che ha portato in questi anni a un costante (con eccezione del 2017) aumento della produzione di carne suina, con le inevitabili conseguenze sul mercato.
 

 

Le carni avicole

E' una situazione assai diversificata quella che si registra nel comparto avicolo, elaborata dal Crefis, il Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.

Mentre in alcuni paesi si registrano aumenti significativi rispetto allo scorso anno (Regno Unito +15%, Germania +4,1%), in altri il settore è in forte sofferenza.
Fra questi figura ai primi posti l'Italia, che rispetto allo scorso anno ha visto crollare di oltre il 15% il prezzo delle carni avicole.

Situazione analoga si riscontra per le uova, ma in questo caso il crollo dei prezzi sembra coinvolgere tutti i paesi e la media europea segna una flessione di oltre il 17%.
 

Prezzi medi mensili delle carni avicole in Ue
 

Avicoltura italiana

Per il mercato avicolo italiano le analisi del Crefis mettono in evidenza per il mese di febbraio una netta caduta dei prezzi che segna un accentuarsi della crisi del settore, già evidenziata dalla flessione delle quotazioni in gennaio e che coinvolge tutti i comparti, dai polli ai conigli.

Una svolta potrebbe essere innescata da un calo della produzione, che i dati di novembre 2018 (i più recenti a disposizione) dicono essere già in atto.
 

Italia: variazione macellazioni di avicoli (peso morto) – novembre 2018

Ma poi bisognerà fare i conti con le importazioni, che in alcuni casi seguono percorsi non del tutto corretti come avviene per le parti di pollo di provenienza ucraina, dei quali si sono occupate le cronache di questi ultimi giorni.
Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.