L'innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e la multifunzionalità saranno al centro di Agriumbria, la rassegna in programma al Quartiere fieristico di Bastia Umbra (Pg) dal 1° al 3 aprile 2016. La 48° edizione della fiera, infatti, propone un panorama espositivo diversificato per valutare il livello di innovazione tecnologica raggiunto dai mezzi tecnici e l’elevata selezione della zootecnia grazie alla ricerca tecnico scientifica delle istituzioni e al miglioramento genetico condotto dagli allevatori.

Focus sulla zootecnia, con mostre nazionali e interregionali, eventi tecnici e divulgativi che interessano l’intera filiera, dall’alimentazione zootecnica sino alla “carne in tavola”, per riportare sul piano scientifico l’informazione condotta dai mass-media sulla base di affermazioni non sempre supportate da una consolidata ricerca. Agriumbria 2016, in collaborazione con Aia, con le Università e istituzioni pubbliche e private, intende proseguire nell’iniziativa di consolidare il ruolo del “Polo delle carni italiane” promosso da Umbriafiere nel 2015 e che oggi più che mai richiede un piano organico finalizzato alla tutela delle carni italiane certificate non solo sul piano dei disciplinari di produzione, ma anche su quello salutistico.

Non solo bovini da carne, ma anche quelli da latte saranno protagonisti nelle mostre e negli incontri con l’obiettivo di valutare i risultati del miglioramento genetico attuato negli allevamenti con l’assistenza tecnica di centri di sperimentazione, dell’Aia e delle Associazioni di razza.
Una partecipazione di capi bovini da latte a conferma che la produzione lattiero-casearia anche nel Centro-Sud d’Italia ha raggiunto elevati livelli qualitativi e quantitativi grazie alla selezione e all’iscrizione ai “controlli funzionali” e ai libri genealogici.

La Mostra interregionale della Frisona italiana e la presenza di altre razze da latte rappresentano l’opportunità per i tecnici e per gli allevatori di valutare non solo gli aspetti morfologici dei capi, ma anche di confrontarsi per individuare le linee tecnico-economiche da adottare negli allevamenti.

Il Piano zootecnico regionale dell’Umbria ha evidenziato punti critici nella zootecnia da latte, come gli elevati costi di produzione, il forte ricorso all’uso di concentrati, e gli oneri legati al rispetto delle normative ambientali. Problemi che possono essere in parte superati consolidando la filiera umbra della trasformazione industriale a forte caratterizzazione regionale che fa capo al Gruppo Grifo agroalimentare Sacarl; una realtà agro-industriale associativa con la quale Umbriafiere ha creato una campagna pubblicitaria congiunta che prevede la presenza del logo “Agriumbria 1-2-3- aprile 2016” su 1 milione di confezioni di latte Uht Grifo Latte. Un’azione promozionale che va a supporto di un patrimonio di vacche da latte che in Umbria è costituito da oltre 9.600 capi, con una prevalenza della razza Frisona italiana (6.700 capi), seguita dalla Pezzata Rossa e da altre razze di Pezzata nera.

La produzione annua di latte per vacca è stata di 8.467 litri, riporta il bollettino latte Aia 2014. Produzione che pone l’Umbria fra le prime regioni dell’Italia centrale a testimonianza del lavoro di selezione e assistenziale effettuato dall’Ara Umbria che, sempre nel 2014, ha effettuato in 101 allevamenti, situati per lo più in montagna, controlli su 7.374 vacche: la percentuale media in grasso nel latte è stata del 3,68% e in proteine del 3,25%.