Un fantasma giuridico si aggira tra i palazzi della politica romana e tra le campagne di buona parte d’Italia: tutti dicono di averlo visto e letto, ma a rigore di legge non esiste. Non è un indovinello burlesco, ma la storia vera del decreto legge contenente "Disposizioni in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale".
Il provvedimento è forte di 61 milioni di euro di provvidenze da rilasciare, a vario titolo, ai settori in crisi dell’agricoltura italiana, contiene le nuove norme per velocizzare gli abbattimenti delle piante affette da Xylella fastidiosa in zona di contenimento ed il rinvio del pagamento delle multe sulle quote latte dal 1995 al 2009, incluse nella sentenza della Corte di giustizia europea del 24 gennaio 2018. Non solo, ha dentro i soldi per la crisi del settore ovino sardo, e per il Fondo di solidarietà in conto gelate sugli oliveti pugliesi del 2018, e una presa di beneficio per l'agrumicoltura.

Il decreto, approvato su proposta del ministro alle politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, nella serata del 7 marzo 2019 in Consiglio dei ministri, sembrerebbe non aver mai neppure lasciato Palazzo Chigi per il Quirinale, per la firma del presidente della Repubblica, atto di promulgazione necessario alla successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Unici dati certi: mai pubblicato, il decreto emergenze non è ancora entrato in vigore e, di conseguenza, non è mai approdato nelle aule parlamentari per la conversione in legge.Secondo quando apprende AgroNotizie, vi sarebbe un non meglio specificato errore formale nel Decreto emergenze, e l’ufficio legislativo di Palazzo Chigi avrebbe consigliato un secondo passaggio in Consiglio dei ministri, che però almeno fino a ieri non è ancora avvenuto. Al decreto fantasma si aggiunge così una nota di giallo sulla sua vera sorte.
 

Decreto fantasma, cosa succede

Il decreto emergenze è un provvedimento molto atteso, che contiene tra l’altro le misure per il latte ovino sardo - solo il sostegno al settore lattiero-caseario vede un appostamento finanziario di ben 29 milioni di euro, poco meno della metà del valore del decreto.
Inoltre ci sono gli appostamenti per incrementare di complessivi 20 milioni il Fondo di solidarietà nazionale, quattrini che dovrebbero andare agli olivicoltori pugliesi colpiti dalle gelate a febbraio-marzo 2018. Per questo evento calamitoso il decreto autorizza la giunta regionale della Puglia a deliberare - entro 60 giorni dall’entrata in vigore - la richiesta di declaratoria di stato di calamità ed il Mipaaft ad erogare i danni a colture, in deroga al sistema assicurativo nazionale.

In pratica, anche la sola mancata pubblicazione del decreto impedisce al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, di emanare validamente l’atto di giunta con il quale richiedere la declaratoria di stato di calamità per le gelate, non solo: ogni mobilitazione di fondi è sospesa a mezz’aria.
 

Le reazioni politiche in Puglia

In molti si stanno chiedendo dove sia finito realmente il decreto emergenze in agricoltura: “Sono trascorse settimane dall’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto emergenze per rispondere la dramma della Xylella e delle gelate - dicono in coro il deputato Mauro D’Attis e il senatore Dario Damiani, entrambi ai vertici di Forza Italia in Puglia – Il decreto però non è stato ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale”.
I due parlamentari si chiedono anche quale sia il problema, e ricordano che attendono con ansia il provvedimento in uno dei due rami del Parlamento “Per poter avviare l’iter di conversione, per poter depositare emendamenti significativi”. Sì, perché è ormai noto che il decreto è troppo “povero” per le emergenze che intende pure giustamente affrontare. E urge appostare sui capitoli di spesa ulteriori risorse finanziarie, soprattutto per la Xylella.

Intanto la scena politica pugliese è in fibrillazione sul decreto che non c’è. Al punto che nei giorni scorsi, il presidente della Regione Puglia Emiliano, ad un incontro con i sindaci del Salento, si è offerto di anticipare dal bilancio regionale fino a 150 milioni di euro su quanto dovrà servire in futuro per rigenerare l’olivicoltura e l'agricoltura nel Salento.

Un’offerta al punto generosa da ingenerare la reazione prudente del presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Làzzaro, secondo il quale occorre a questo punto da parte di Emiliano “Chiarire a quali fondi faccia riferimento e quale destinazione intenda dare a quelle risorse".
Infine, il 25 marzo è attesa a Lecce la ministra per il Mezzogiorno Barbara Lezzi, che ha convocato il prefetto del capoluogo pugliese in una località segreta. Per fare cosa, non è dato sapere, visto che nel decreto fantasma non c’è un euro per il Salento e le severe norme per chi contravviene agli ordini di eradicazione degli ispettori fitosanitari in zona di contenimento ed in costanza di un’emergenza fitosanitaria hanno lo stesso valore di una scritta sulla sabbia in riva al mare.