Dopo gli attacchi prematuri subiti nelle scorse settimane, il Vortice Polare sta tentando di ricompattarsi: un processo non privo di incognite. Tornerà dunque il gelo sugli areali artici alle prese con pesantissime anomalie positive, ma questo comporterà l’inevitabile rinforzo dell'alta pressione sulle latitudini mediterranee, quindi l’Italia.
 
Il punto della situazione
Nonostante la presenza dell'alta pressione, ben distesa sul Mediterraneo, nelle ultime ore non è mancata una certa variabilità - grazie all’infiltrazione di refoli instabili tra Spagna e nord Africa - che dato sfogo ad un vivace maltempo. Tale situazione ha portato intensi fenomeni tra le due Isole maggiori e l'estremo Sud.
Le piogge, divenute a tratti abbondanti e persistenti, hanno scaricato a terra accumuli rilevanti soprattutto sulla Sardegna orientale: ove localmente si sono misurati dai 100 ai 150 millimetri, causando nubifragi e diverse situazioni di criticità idrogeologica.
Fenomeni moderati anche sui settori ionici di Calabria e Sicilia, con picchi tra i 50 ed i 100 millimetri sulle coste calabre. Annuvolamenti a tratti compatti hanno interessato anche le regioni adriatiche, grazie ad un maggiore flusso di aria più fresca che ha oltretutto garantito il ritorno della neve lungo la dorsale appenninica.

Analisi
Il vasto pozzo gelido ora presente sull’Europa orientale è uno degli effetti dei recenti disturbi del Vortice Polare. Sebbene, come già ricordato, il Mediterraneo è sotto una vasta cupola anticiclonica, il bel tempo non è sempre garantito.
Dall’Atlantico giungono difatti insidie che mettono a repentaglio la fragilità dell'alta pressione, permettendo l'inserimento di nuclei perturbati tra la penisola iberica ed il nord Africa.
Il contesto rimarrà sostanzialmente bloccato per tutto il ponte dell’Immacolata, con piogge nelle aree indicate e ampi spazi sereni, intervallati da fitti banchi di nebbia su pianure e valli, sulle restanti aree. L’evoluzione ci riserverà però interessanti novità per il giro di boa mensile, anche se occorrono maggiori conferme per capire meglio ove andrà a fissarsi il blocco anticiclonico, perché potrebbe anche interessare l'Italia direttamente oppure spostarsi verso i settori occidentali innescando la discesa di un nucleo d'aria fredda lungo l'Adriatico.
I due principali modelli previsionali si trovano però ancora disallineati, contrapponendosi sensibilmente: da un lato l’americano Gfs (che propende per una maggior contributo anticiclonico) dall'altro l’europeo Ecmwf (più orientato verso un periodo più freddo).

Dettaglio in tre step
Un mix tra le due ipotesi potrebbe avvicinarsi maggiormente alla tendenza più attendibile. E' quindi possibile delineare il seguente andamento:
Prima fase, fino al 10 di dicembre: l’alta pressione interesserà prevalentemente le regioni del Centro-Nord, con brevi contributi anche al Sud. Alcuni nuclei perturbati colpiranno le estreme regioni meridionali apportando precipitazioni a tratti intense, anche a carattere di nubifragio. Le temperature nel corso di questo periodo saranno sopra la media. Inversioni termiche, nebbie e nubi basse interesseranno valli e pianure.
Seconda fase, tra il 10 ed il 15 di dicembre: una depressione atlantica proveniente dalla Spagna andrà presumibilmente a mettere fine al dominio anticiclonico.
Terza fase, verso il periodo natalizio: l'alta pressione non sarà ancora totalmente sconfitta. Le temperature potrebbero ancora attestarsi poco oltre le medie del periodo anche se il passaggio di possibili perturbazioni sul finire del range previsionale porterà temperature in calo.

Inverno in pausa
L'Italia si ritroverà quindi spaccata in due, con l’influenza delle depressioni mediterranee al Sud e la protezione dell'alta pressione sui settori del Centro Nord. Di tanto in tanto alcuni infiltrazioni atlantiche raggiungeranno la Penisola, ma nessuna di queste configurazioni porterà scenari di freddo invernale. La Pianura Padana avrà un clima umido e nebbioso, mentre le aree alpine e collinari potranno godere di un ampio soleggiamento.
Per il Meridione il discorso sarà diverso perché possibili fasi di maltempo acuto colpiranno le aree estreme mediterranee.

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