63mila quintali di nocciole in meno: una perdita pari a più del 60% della produzione che, tradotta in moneta, corrisponde a più di 12 milioni di euro che verranno a mancare nelle casse di circa 3mila imprese distribuite su ben 6mila ettari di noccioleti dell'agro di Nola e del Vallo di Lauro-baianese.

Questo è il drammatico bilancio stilato dall'Organizzazione di produttori Il guscio di Visciano (Napoli) sulla campagna corilicola in via di conclusione, fortemente penalizzata da una primavera insolita: troppo calda nella prima fase e poi verso aprile e maggio troppo fredda, con gravi ripercussioni sull'impollinazione. E danni ne ha fatti anche un'estate torrida, che ha mantenuto la linfa nei rami e nel fogliame. Due eventi che - in contemporanea e nella stessa annata - hanno compromesso il raccolto di uno dei prodotti simbolo dell'agricoltura campana.

"Se Napoli e Avellino piangono, le altre province corilicole italiane certamente non ridono. Un anno con poche, pochissime nocciole campane, pochissimo prodotto italiano" spiega il presidente della Op Pellegrino La Manna. "Vista la diffusa coltivazione di nocciole sui territori di Napoli e Avellino, questa crisi influenzerà notevolmente il bilancio economico delle nostre comunità". E al danno si aggiunge la beffa.

"La Turchia ormai è pronta per invadere il mercato italiano con un impressionante quantitativo di nocciole senza vincoli e controlli" afferma il presidente La Manna. Notoriamente i prezzi delle nocciole turche sono più bassi di quelli delle italiane ma, come ha dimostrato AgroNotizie lo scorso anno, l'effetto dell'arrivo sulle piazze italiane del prodotto anatolico è la tendenza prezzo del prodotto campano ad avvicinarsi a quello della concorrenza.

E quest'anno, secondo Ismea, i prezzi all'origine delle nocciole campane, eccetto la Tonda di Giffoni, sono già al tappeto: il 12 settembre ad Avellino la Lunga San Giovanni - 1° Qualità aveva prezzi stabili e compresi tra i 2,10 euro/chilogrammo e 2,30. Sulla stessa piazza, la Tonda avellinese di 1° Qualità era attestata a 2,00 euro/chilogrammo2,20. A Napoli, nella stessa data, Ismea ha rilevato  2,00 euro/chilogrammo e 2,20 per la Lunga San Giovanni di 1° Qualità.

"Ecco perché, fin da subito, chiediamo l'attuazione di norme di commercializzazione che prevedano l'indicazione obbligatoria di origine del prodotto. Il consumatore deve poter scegliere consapevolmente un prodotto fatto con nocciole turche o realizzato con nocciole italiane - sottolinea La Manna, che ricorda l'esigenza di dover - difendere le nocciole made in Italy danneggiate dai prezzi in caduta libera e da una mancata produzione, il tutto a favore del prodotto turco. Si chiede anche l'istituzione di un osservatorio prezzi permanente e maggiori controlli sanitari sulle nocciole provenienti dalla Turchia".

"La nocciola rappresenta un settore di grande importanza per il nostro territorio e quest'anno è costretto ad affrontare una pesante battuta d'arresto, - afferma il direttore tecnico dell'Op Il guscio Sabato Castaldo - con gravi danni per i produttori, già alle prese con una situazione difficile di mercato (prezzi bassi ben al di sotto dei costi di produzione che oscillano tra i 230 ed i 260 euro per ettaro) e resa ancor più preoccupante dall'invasione di nocciole turche".

"È necessario impegnarsi per attivare misure che permettano di dare slancio all'intero comparto della frutta in guscio, un'attività produttiva che ha anche una forte valenza sociale e ambientale" afferma Castaldo. "Proprio in questi giorni abbiamo sottoscritto una convenzione con l'Istituto Crédit-Agricole per rispondere alle esigenze del settore, in forte difficoltà a seguito della crisi, per dare un po' di respiro agli investimenti del ciclo produttivo, mediante il ripianamento delle passività, e finanziamenti destinati all'attività quotidiana".