Il flusso di cassa assicurato dalle misure agroambientali è l'elemento che può tirare la volata della spesa pubblica grazie alla quale la Regione Puglia potrebbe scongiurare il disimpegno automatico di parte delle risorse del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020, che rischiano ancora oggi di rientrare a Bruxelles per essere poi divise tra le regioni italiane più capaci di spenderle. In gioco per questo traguardo ci sono circa 15,3 milioni di euro di cofinanziamenti del Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, impegnati nel 2015, ancora non spesi fino a fine ottobre scorso, e che, secondo la regola dell'N+3, devono essere rendicontati entro il 31 dicembre 2018, ovvero entro tre annualità dall'anno dell’avvenuto impegno. Forse un po' poco per una regione che punta addirittura ad aumentare il budget del programma comunitario per l'agricoltura di 200 milioni.
 

La posizione di Coldiretti Puglia

"La spesa per lo sviluppo rurale in Puglia allo stato attuale è tra le più basse d'Italia, è al 16% del totale delle risorse a disposizione. E' divenuta un rebus la situazione dei bandi per investimenti, giovani e agriturismi che ha ormai dell'incredibile, basti pensare che le anomalie riscontrate sui 1080 progetti presentati per l'insediamento dei giovani agricoltori rientrati in graduatoria sono pari al 96,8% e addirittura del 98,3% su quelli dei ricorrenti, praticamente tutto è messo all'indice, un tunnel senza via d'uscita", è la dura denuncia del presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

"Medesima situazione si riscontra nella graduatoria delle domande degli agriturismi, anomale per il 59,63%. La macchina burocratica dell'assessorato regionale all'Agricoltura dovrà chiamare a contraddittorio migliaia di aziende, senza aver mai avviato la reale istruttoria delle domande – aggiunge Muraglia - aspettando che il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia tolga le castagne dal fuoco, sempre che i giudici siano messi tempestivamente ed efficacemente nella condizione di comprendere il ginepraio creato da procedure evidentemente fallimentari che attengono la presentazione delle domande, ma a questo punto viene da credere anche dei criteri di verifica delle anomalie". A Coldiretti non va proprio giù che la Puglia sia ultima nella classifica nazionale di spesa del Piano di Sviluppo Rurale dopo Abruzzo, Liguria, Marche e Friuli Venezia Giulia.
 

La replica dell'assessore di Gioia

"Non c'è alcun rischio che la Regione Puglia perda i finanziamenti del Programma di sviluppo rurale 2014-2020: quanti lo denunciano sollevano una polemica che non ha nessun fondamento". Risponde l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Leonardo di Gioia, in merito allo stato di attuazione del Psr Puglia e ribadendo un concetto già espresso in altre occasioni.

"L'attuazione delle graduatorie delle misure 4.1 e 6.1 - prosegue di Gioia -, dedicate agli investimenti strutturali e al primo insediamento dei giovani in agricoltura, sono oggi legate al giudizio al Tar. Ma nei prossimi mesi e già a partire dal 4 dicembre, data in cui è prevista l'ultima udienza, si avvierà a conclusione. Stiamo, come ho sottolineato e spiegato da tempo, provvedendo con le istruttorie delle domande così come il Tar ci ha indicato di fare. E siamo fiduciosi che si possa dirimere una situazione abbastanza complessa".

"Quello che preoccupa - conclude -, ma nessuno pare ricordarselo, è l'elevato numero di manomissioni delle pratiche candidate e delle artificiose presentazioni di documentazioni che non sono oggettivamente rispondenti al vero. La pubblica amministrazione oggi è impegnata nello scovare chi ha peccato di disonestà a discapito di chi, invece, secondo le regole e nella piena correttezza ha il diritto di essere tutelato e premiato".