Il Sud ferito dal maltempo imperversato tra l’11 ed il 12 novembre inizia faticosamente a contare i danni, e - pur in mancanza di stime ufficiali - chiede soccorso al Governo.
Puglia e Basilicata restano le regioni più colpite, insieme alla Calabria, soprattutto lungo i 150 chilometri dell’arco ionico, coincidente con l’areale di coltivazione delle clementine. Mentre in Calabria inizia ad emergere – oltre alle devastazioni occorse sul versante ionico - anche il dramma delle campagne di Lamezia Terme, dove a fare danno è stato un vero e proprio ciclone mediterraneo, piombato sulle colture distruggendo raccolti e coltivazioni, sia erbacee che arboree.
 

Puglia, disarticolate comunicazioni e trasporti

In Puglia l’epicentro dell’ondata di maltempo si situa a cavallo tra le province di Brindisi, Taranto e Lecce, quelle già devastate dalle gelate di febbraio-marzo 2018 e dove imperversa tra gli oliveti l'infezione della Xylella fastidiosa. In questo vasto territorio, oltre alle piogge torrenziali, le mareggiate e il forte vento hanno contribuito non solo a danneggiare le produzioni, ma anche a disarticolare le comunicazioni e compromettere la viabilità, pregiudicando gravemente l’accesso ai mercati delle derrate agricole in fase di raccolta e già raccolte.

Una indiretta conferma di tanto è nelle parole del presidente ed assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Michele Emiliano, giunto ieri sera per un incontro con i presidenti delle provincie di Brindisi, Lecce e Taranto dedicato alla valutazione dei danni: “Abbiamo presentato alla presidenza del Consiglio dei ministri una richiesta di 50 milioni di euro per i danni dell’ondata di maltempo e di tempeste che si è scatenata con le mareggiate  sulle coste della Puglia. È la prima quantificazione che i sindaci e i presidenti delle province hanno fatto. Speriamo che sia sufficiente: la ricognizione è ancora in corso e ci sono da definire dettagli. Ogni Comune ha subito dei danni e dovrà fare una relazione dettagliata e il Governo dovrà vedere se ci sono i soldi".
 

Puglia, il consiglio regionale impegna la giunta per lo stato di calamità

Ieri mattina, inoltre, a Bari, il Consiglio regionale della Puglia ha votato all’unanimità una mozione con la quale chiede il massimo e tempestivo impegno alla Giunta regionale, anche attraverso la struttura della Protezione civile, per un intervento coordinato e per l’attivazione delle verifiche utili a richiedere lo stato di calamità naturale. Coldiretti Puglia ha commentato positivamente l’atto di indirizzo del Consiglio regionale, seguito alle segnalazioni dell’organizzazione, che ha raccolto le denunce degli agricoltori in tutta la regione.
 

I centri maggiormente colpiti

La Puglia, stretta fra trombe d’aria e nubifragi, ha subito danni ad Altamura, Putignano, Gioia del Colle, Santeramo, Mesagne, Francavilla, Fasano, Taurisano, Gallipoli, Maglie, Poggiardo, Nociglia, Spongano, Veglie, Manduria, Martina Franca.
“Gli agricoltori – spiega la Coldiretti - hanno affrontato cascate d’acqua e canali esondati, e hanno visto i campi di ortaggi come cavoli, cime di rape, finocchi, broccoli, piantine di fragole distrutti e uliveti spazzati dalla violenza del vento che ha divelto alberi secolari, devastato le olive in fase di raccolta e danneggiato i piccoli ulivi di varietà anti Xylella appena piantati a Ugento”.

L’assoluta mancanza di liquidità e le gravi situazioni debitorie che ne conseguiranno necessitano di interventi non riconducibili alle calamità ordinarie - denuncia Coldiretti Puglia - bensì a strumenti straordinari che, oltre a dare sollievo economico alle imprese agricole, delle quali in alcuni casi non si riconoscono più neppure i confini aziendali per i fiumi di acqua e fango, dovranno prevedere urgenti opere di manutenzione per ripristinare il patrimonio produttivo, ricostruire le strutture aziendali e riprendere l’attività agricola.

Coldiretti Puglia inoltre ricorda che, nella regione “dal 1° agosto si sono verificati 36 eventi estremi. Nel dettaglio, si tratta di 16 nubifragi, 2 trombe d’aria, 8 tornado e 10 grandinate, a cui vanno ad aggiungersi i fenomeni che si stanno registrando in queste ore stando a quanto reso disponibile dalla banca dati europea sugli eventi estremi Eswd”.
 

Regione Basilicata, chiesto lo stato di emergenza

Resta grave la situazione della piana di Metaponto, dove – secondo testimonianze indipendenti raccolte da AgroNotizie sul territorio ionico – tutta l’agricoltura è stata duramente colpita: si contano a decine le serre scoperchiate, interi frutteti risultano abbattuti, con i danni maggiori per tutte le aziende insediate in vicinanza del mare, dove visibilmente si registra un arretramento della linea di costa, con il rischio che tale situazione possa favorire l’intromissione del cuneo salino, per i gravi danni riportati della duna e della retroduna.

Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha sentito telefonicamente ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla grave situazione che si è verificata a seguito degli eventi temporaleschi dei giorni scorsi nel metapontino e nel materano e ha chiesto informalmente che per la regione venga adottato lo stato di emergenza.

“Il presidente Bardi – riporta una nota ufficiale della Regione Basilicata - ha evidenziato che interi comparti produttivi sono stati messi in ginocchio. La regione nei prossimi giorni quantificherà i danni subiti dagli operatori nei vari settori. Il ministro, a nome del governo, ha garantito l’interessamento dell’esecutivo e la vicinanza alle popolazioni colpite dal grave cataclisma. Il presidente Bardi ha chiesto per il tramite del ministro al governo che per la Basilicata venga adottato lo stato di emergenza”.
 

Calabria, danni ingenti tra Lamezia Terme e Reggio Calabria

Iniziano ad emergere anche i danni riportati dall’agricoltura in Calabria, dove all’episodio della tromba d’aria di Cariati nel cosentino, segnalata da Coldiretti Calabria, si aggiungono le segnalazioni raccolte da Copagri: “I maggiori danni si riscontrano nel lametino, dove un ciclone mediterraneo, caratterizzato da forti venti che hanno superato i 100 chilometri all'ora e piogge intense, ha scoperchiato le serre e i tendoni, danneggiando gravemente le colture frutticole, con particolare riferimento agli agrumi, e quelle orticole" è scritto in un comunicato stampa di Copagri, dove per altro si dà notizia di come “Le intense piogge hanno allagato molte piantagioni di agrumi in tutta l’area jonica reggina. Nel crotonese diverse aziende zootecniche sono state addirittura costrette ad evacuare il bestiame a causa delle avverse condizioni meteo”.