Dopo un 2018 positivo, secondo il nuovo rapporto dell'Istat sull'economia agricola, il settore primario nel 2018 ha visto i dati dei propri capisaldi macroeconomici in calo. La produzione è diminuita in volume dello 0,7%, mentre il valore aggiunto ha subito un decremento dell'1,6%.

Se guardiamo poi solo al settore agricolo, il calo è più accentuato nella misura di un -0,8% per la produzione e un -1,7% sul valore aggiunto. Bene la pesca, invece, che ha visto accrescere sia la produzione (+1,7%) sia il valore aggiunto (+1,6%), mentre negativo il settore della silvicoltura, rispettivamente con -0,7% e -1,1%. Sul settore agroindustriale, il segnale positivo riguarda il valore aggiunto dell'intera industria alimentare, in crescita del 2,7% a prezzi correnti e del 2% in volume.

Il settore agroalimentare, nonostante un contesto economico fragile, è quindi riuscito a consolidare il proprio peso all'interno dell'economia italiana. Dal punto di vista occupazionale, vi è stata una sostanziale tenuta (+0,1%) rispetto al 2018, con la componente del lavoro dipendente lievemente aumentata (+0,5%) mentre quella imprenditoriale è rimasta praticamente ferma. I redditi lordi sono cresciuti dell'1,7%, mentre gli investimenti nel settore sono aumentati dello 0,5% in valore, calando lievemente in volume (-0,1%).


L'analisi da Nord a Sud

Interessante poi l'analisi che fa l'Istat dal punto di vista geografico.
E' infatti il Sud Italia a rendere meno negativo l'impatto della crisi del settore agricolo, dove vi è stato nel 2019 una crescita del 2,3% per i volumi di produzione, a fronte invece di dati negativi in particolare al Nord Est (-3,1%), oltre a Centro (-1%), Isole (-0,9%) e Nord Ovest (-0,5%). Per quanto riguarda il valore aggiunto le percentuali sono peggiori. Molto bene regioni come Calabria (+10,6% per la produzione, +17% per il valore) o la Campania (+2,8% e +6,5), mentre maggiori difficoltà le hanno avute regioni molto importanti come Emilia Romagna (-3% e -6,7%) e Veneto (-3,7% e -7,9%).


Vino, olio e ortofrutta: le filiere

Analizzando invece i dati per filiere, dati negativi arrivano da vino e frutta, le principali produzione di Veneto ed Emilia Romagna, come anticipato. Il vino ha rivisto al ribasso la propria produzione dopo il boom del 2018 (-12,1%) e anche sul valore (-17,5%), mentre i dati della frutta sono stati del -6,6% a livello produttivo e -12,6% in valore. Il settore frutticolo è stato fortemente colpito dagli effetti della cimice asiatica e di altre patologie connesse agli eventi climatici. Forti cali in particolare per pere (-34,6%), ciliegie (-14,6%), kiwi (-4,2%) e mele (-4%).

Molto bene la filiera dell'olio d'oliva (e da qui infatti ne ha tratto grande vantaggio la Calabria), con una crescita del 27,6% in volumi e del 29,6% in valore, trainati dall'aumento dei prezzi alla produzione dell'1,6%. Vi è stato un forte rimbalzo dopo il crollo produttivo del 2018 che aveva visto un tracollo di oltre 25% della produzione nazionale.

Buone performance anche per ortaggi (+0,4%) e legumi (+8,7%), mentre il 2019 è stato un altro anno difficile per cereali e settore zootecnico. Nei cereali, in particolare, a un incremento delle superfici destinate a mais, si è associato un netto ridimensionamento delle superfici destinate al frumento (-4,7% in volume).