"La carne bovina Romagnola è un alimento altamente funzionale e proprio su questo aspetto e sulla sua composizione nutrizionale bisogna puntare per favorire un aumento dei consumi e una maggiore redditività per gli allevatori che la producono". Sono queste le parole della ricercatrice del Crea Sebastiana Failla durante l'incontro tenutosi lo scorso 16 aprile 2019 a Forlì.

Organizzato da Araer - Associazione regionale allevatori dell'Emilia Romagna, in collaborazione con Aia, il convegno ha puntato i riflettori sulle indubbie qualità delle bovine romagnole e dell'eccellenza delle loro produzioni che vanno rilanciate.

Successivamente punto sui consumi globali di carni bovine sui quali è intervenuto il direttore tecnico di Aia Riccardo Negrini: "Nel 1960 un produttore di carne bovina doveva sostenere 26 persone. Oggi ne deve sostenere 155 ma nel 2030 questo numero salirà a 256 individui. La qualità, elemento indiscusso della carne italiana, non è però più sufficiente a convincere gli acquisti dei consumatori. Serve altro, soprattutto se analizziamo le richieste del mercato che, secondo un sondaggio svolto da Eurobarometro, afferma che oltre il 20% dei consumatori vede nell'allevamento al pascolo un valore aggiunto, senza dimenticare l'importanza che oggi riveste il termine 'free', rispetto al quale nel periodo compreso tra il 2012 e il 2017 la percentuale di consumatori che ha acquistato carne contrassegnata da questo termine, ha registrato un aumento dell'8%". 

Unità, chiarezza delle idee e seria comunicazione sono gli aspetti a cui ha fatto riferimento il presidente del Centro Ricerche Indagini3 Rosario Trefiletti, che ha invitato gli allevatori a farsi vedere e sentire di più soprattutto in tema di comunicazione, anche per riuscire ad agevolare il comparto agroalimentare italiano, da lui stesso definito il "petrolio italiano". 

Le conclusioni sono invece state affidate al presidente di Araer, Maurizio Garlappi, il quale ha ricordato che dalla genomica arriveranno sicuramente grandi novità in materia di selezione. "Non possiamo permetterci di essere costantemente attaccati e al consumatore vogliamo fornire le massime garanzie sulla carne che porta in tavola, dobbiamo proseguire con impegno a lavorare nella filiera. L'esempio della Romagnola, che sul territorio rappresenta un presidio inespugnabile, va in questa direzione e in questa direzione continueremo a camminare".

A margine dell'incontro il direttore generale di Aia Roberto Maddé, ha affermato: "L'importanza di un consumo corretto e consapevole di carni bovine trova risposte nel lavoro di allevatori seri, fortemente radicati nel territorio come quelli della razza bovina Romagnola. Distintività, rispetto del benessere degli animali allevati, uso di foraggi di alta qualità e alimentazione attenta in tutte le fasi di vita del bestiame, sostenibilità ambientale sono parole-chiave molto attuali nell'allevamento bovino da carne. Negli allevatori della Romagnola fanno parte di un patrimonio storico e culturale che ne costituiranno un punto di forza in più nell'azione di rilancio del suo allevamento".