Lo stramonio (Datura stramonium), detto anche “Erba del diavolo”, è noto per le sue proprietà allucinogene causate da molecole appartenenti alla classe degli “alcaloidi tropanici”, di cui la più nota è l'atropina. A seconda del tipo di preparazione e della concentrazione, i derivati dello stramonio possono avere proprietà antiasmatiche e antidolorifiche in genere, ma in concentrazioni elevate sono molto tossici. Oltre che nello stramonio, queste sostanze si trovano anche in altre solanacee e nelle papaveracee.

La presenza di alcaloidi tropanici in alcuni baby food, in particolare pappe a base di miglio, hanno così allarmato la commissione europea che prima ha richiesto all'Efsa (Panel sui contaminanti alimentari) un'opinione scientifica al riguardo e poi, sulla base delle preoccupanti conclusioni dell'agenzia di Parma, ha raccomandato agli stati membri di effettuare un programma di monitoraggio del contenuto in atropina e scopolamina (gli alcaloidi tropanici più noti e sui quali esistono le maggiori conoscenze scientifiche) su alcuni alimenti considerati a rischio (cereali, prodotti senza glutine, integratori alimentari, tè, infusioni di erbe, legumi e semi oleosi). L'indagine dovrebbe anche contribuire a ricostruire le modalità di contaminazione degli alimenti e dei derivati, molto probabilmente attribuibili a pratiche di diserbo scorrette o in genere poco efficaci.

Per dare un'idea della tossicità di queste sostanze, l'Efsa ha utilizzato i dati disponibili sugli alcaloidi tropanici (in questo caso iosciamina e scopolamina) per derivare alcuni “end-points” tossicologici sui quali basare la valutazione del rischio, lo stesso esercizio che si fa quando si valutano gli effetti di un agrofarmaco. Per ragioni che potrete approfondire leggendo il documento dell'Efsa, il valore tossicologico individuato è stata la dose acuta di riferimento (ArfD), stimata in 0.016 µg/kg peso corporeo, inferiore al valore più basso sinora rilevato tra i principi attivi antiparassitari, che per la cronaca è quello fatto registrare dal Difenacoum (0,017 µg/kg bw). Questo valore indica la quantità massima che una persona può assumere attraverso la dieta durante un breve periodo, tipicamente un pasto o una giornata.

L'Efsa è stata in grado di stimare i quantitativi di alcaloidi tropanici assunti attraverso la dieta solamente per i cereali da consumare con il latte (quindi tipo corn-flakes) e solamente per i bambini da 1 a 3 anni (i cosiddetti “toddlers”). Secondo la stima dell'agenzia, le quantità assunte in un'ipotetica scorpacciata sono risultate comprese tra 0,039 e 0,107 µg/kg corporeo, pari a quindi il 243 e il 668% del massimo consentito, a seconda della dieta di riferimento utilizzata.
L'interesse della Commissione Europea è quindi pienamente giustificato.


Per saperne di più
  1. RACCOMANDAZIONE (UE) 2015/976 DELLA COMMISSIONE del 19 giugno 2015 sul monitoraggio della presenza di alcaloidi tropanici negli alimenti (Testo rilevante ai fini del SEE)
  2. Efsa Panel on Contaminants in the Food Chain (CONTAM). “Efsa - Scientific Opinion of the CONTAM Panel: Tropane Alkaloids in Food and Feed.” Efsa Journal 11, no. 10:3386 (October 15, 2013): 113. doi:10.2903/j.Efsa.2013.3386.