Si annuncia un altro anno caldo sul fronte dei prezzi dei cereali. Lo scorso 15 febbraio a Foggia il prezzo del grano duro fino si è attestato a 20,3 euro al quintale sui valori minimi, raggiungendo un massimo di 20,80 rispetto ai 25,80-26, 30 del 17 febbraio 2016: un ulteriore calo di quasi il 21% in un anno.
E mentre Maurizio Martina, ministro per le Politiche agricole, vara la polizza sui ricavi dei frumenticoltori, le organizzazioni agricole si mobilitano.

Il calo dei prezzi pagati agli agricoltori sotto i costi di produzione ha provocato un forte calo delle semine di grano duro in Italia: -7,3% per un totale di 100mila ettari coltivati in meno che "peseranno sulla produzione di vera pasta italiana nel 2017, oltre che sull'ambiente, sull'economia e sul lavoro delle aree interne del paese". E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base del sondaggio Istat sulle intenzioni di semina degli agricoltori italiani.

Mentre la Coldiretti chiede al Governo di accelerare urgentemente il percorso per arrivare all'etichetta d'origine della pasta per evitare la chiusura delle aziende, ma anche il rischio di abbandono e desertificazione di una fetta consistente del territorio nazionale, la Confederazione italiana agricoltori esprime forte apprezzamento verso la sperimentazione della polizza sui ricavi per il grano presentata da Martina, che viene definita una vera e propria svolta ed il primo provvedimento a difesa del reddito degli agricoltori.
 
La situazione del grano duro è difficile sull'intero territorio nazionale con la riduzione delle semine che varia dal -11,6 % nel Nord-Est al -5,4% nel Centro, mentre nel Sud e nelle isole si registra un -7,4% che desta molta preoccupazione se si considera che la coltivazione è concentrata prevalentemente nel meridione dove Puglia e Sicilia rappresentano da sole quasi la metà della produzione nazionale.
 
Una situazione determinata dal crollo dei prezzi pagati agli agricoltori nella campagna 2016 e che perdura. Sulla principale piazza del grano duro nazionale, Foggia, non vi sono segnali di ripresa del prezzo di mercato nonostante i numerosi contratti di filiera conclusi sul territorio italiano e che proteggono ovviamente solo gli agricoltori aderenti.

"In pericolo non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di due milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione made in Italy" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
"Da qui la necessità - continua il presidente di Coldiretti - di accelerare sul percorso di ratifica ed entrata in vigore dell'etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta".
 
"Un importante segnale di risposta dopo mesi di denuncia e manifestazioni in tutta Italia contro la svalutazione di una filiera produttiva che rappresenta un patrimonio per l'Italia e, in particolare, per la Campania". Il numero uno della Cia - agricoltori italiani della Campania e vicepresidente nazionale Alessandro Mastrocinque accoglie invece con soddisfazione l'annuncio da parte del ministro Martina dell'assicurazione "ricavi grano".

Primo paese in Europa, l'Italia sperimenterà a breve un'assicurazione sui ricavi per i produttori di grano. "Un concreto strumento di tutela del reddito per gli agricoltori esposti negli ultimi anni a continui fenomeni di crollo del prezzo" si legge nella nota della Cia Campania.

"Ai 180 euro con cui viene pagato un quintale di pasta dal consumatore fanno fronte soli 18 euro con cui viene pagato un quintale di grano duro al produttore agricolo, una situazione intollerabile dettata sia dai cambiamenti climatici sia soprattutto da un'estrema volatilità del mercato figlia di importazioni di natura puramente speculativa a danno di colture pregiate come quella campana" continua Mastrocinque. "Per questo l'introduzione di un sistema assicurativo è una svolta".