Un'agricoltura italiana più sostenibile, resiliente ed equa, in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambiziosi del Green new deal. E' questa la sfida lanciata, lo scorso 23 gennaio, durante il convegno "Pac post 2020: verso il Piano strategico nazionale", tenutosi presso lo spazio Europa gestito dall'Ufficio del Parlamento europeo e dalla rappresentanza della Commissione europea in Italia.


Agricoltura protagonista

Il principale strumento in grado di rendere l'agricoltura protagonista del Green new deal è la Politica agricola comune post 2020 che dovrà promuovere e guidare la transizione ecologica dell'agricoltura per contribuire a risolvere le crisi ambientali globali e locali, mantenendo vitali i territori rurali, continuando a garantire la sostenibilità economica per gli agricoltori.

Per #CambiamoAgricoltura, coalizione nata nel 2017 proprio per seguire il processo che porterà alla politica comune e sostenuta da oltre 50 associazioni, la Pac post 2020 dovrà essere in grado di assicurare che l'agricoltura svolga appieno il suo ruolo in materia di ambiente, conservazione della natura e contrasto ai cambiamenti climatici. Questo anche grazie alle innovazioni digitali che renderanno più facile il lavoro degli agricoltori, riducendo allo stesso tempo gli oneri burocratici, e sostenendo il ricambio generazionale e la diffusione dell'approccio agroecologico come l'agricoltura biologica e biodinamica.

E' così necessario che il negoziato in corso del "Trilogo Ue" per l'approvazione definitiva entro il 2020 dei nuovi regolamenti della Pac tenga conto della "road map" per lo sviluppo sostenibile proposta dalla Commissione Ue.

Anche l'Italia dovrà poi fare la sua parte attraverso la redazione del proprio Piano strategico nazionale, nuovo strumento contenuto nelle proposte dei Regolamenti al fine di concedere una maggiore sussidiarietà degli Stati membri dell'Unione. Questo documento dovrà indicare il modo in cui ciascun paese intende conseguire gli obiettivi generali delle politiche per uno sviluppo sostenibile dell'Europa. Nel piano saranno definiti anche i target intermedi per conseguire gli obiettivi, la cui realizzazione sarà valutata a livello degli Stati membri e verificata dalla Commissione europea in un nuovo esercizio annuale di monitoraggio e revisione.

Una sfida che, per espressa richiesta della Ue, dovrà prevedere un percorso partecipato con tutti gli attori sociali ed economici interessati, fin dalle sue fasi preliminari dedicate all'analisi del contesto delle necessità a scala nazionale. In Italia questo processo partecipato è solo nelle sue fasi embrionali a differenza di molti altri paesi europei dove il dialogo è già avanzato.