L'innovazione tecnologica ha sempre avuto un impatto profondo nel plasmare il modo in cui il cibo viene prodotto e giunge sulle nostre tavole. Basti pensare che negli anni '40 per produrre un quintale di frumento servivano circa 42 ore di lavoro. Oggi bastano 30 minuti. L'incremento della produttività è stato reso possibile dalla meccanizzazione dei processi, dal miglioramento genetico, dalla diffusione di conoscenze e tanto altro ancora.

Proprio per analizzare gli effetti che le nuove tecnologie stanno avendo sul settore primario la Casa dell'Agricoltura, una associazione che sulla scia di Expo2015 vuole creare un ecosistema di condivisione intorno all'agricoltura, ha organizzato un evento all'interno del 'supermercato del futuro' realizzato da Coop al Bicocca Village. Un luogo in cui è possibile toccare con mano gli effetti dell'innovazione tecnologica sull'esperienza di consumo, come ha ben spiegato Luca Cappellari, di Coop Lombardia.

A presentare la giornata è stata Claudia Sorlini, presidente della Casa dell'Agricoltura, che ha annunciato la volontà di organizzare una serie di eventi nel primo semestre del 2020 per dare vita agli Stati generali dell'agricoltura. Secondo Sorlini infatti, il settore primario sta vivendo una nuova rivoluzione che passa attraverso l'innovazione tecnologica e che vede nella sostenibilità delle produzioni uno degli elementi fondamentali.

L'innovazione in agricoltura comprende un gran numero di settori differenti, come ha illustrato Pietro Torresan, docente del Politecnico di Milano e membro della Casa dell'Agricoltura. Si va dall'automazione all'agricoltura 4.0, passando dal miglioramento varietale alle analisi genetiche, ormai veloci ed economiche. Senza contare lo sviluppo di sistemi a supporto delle decisioni (i Dss), fino alla trasformazione della filiera attraverso tecnologie di tracciabilità come blockchain.

Dal campo alla tavola: la qualità del digitale

L'innovazione non è solo quella proposta dalle grandi aziende del settore, ma anche quella realizzata dalle startup, come nel caso di Revotree, una giovane realtà raccontata dal suo fondatore, Cosimo Calciano, che ha sviluppato una piattaforma per l'irrigazione di precisione che utilizza una interfaccia molto semplice per supportare l'agricoltore nella definizione del piano irriguo.

A sottolineare l'importante funzione ambientale dell'agricoltura è stato invece Gilberto Garuti, capo della Ricerca&Sviluppo di Neorurale, azienda agricola di Giussano (Pv) nella quale si produce soprattutto riso in regime biologico e convenzionale. Una parte degli oltre mille ettari sono mantenuti incolti (alcuni sommersi) per garantire le funzioni ecosistemiche all'intera azienda, che nella gestione dei campi utilizza i più moderni sistemi di agricoltura di precisione.

Dal campo alla tavola: la qualità del digitale

All'interno di Neorurale è presente Neorurale Hub, un vero e proprio innovation center che ha l'ambizione di fungere da polo di aggregazione per giovani realtà imprenditoriali nel campo dell'agricoltura 4.0.

Negli ultimi anni l'innovazione ha avuto il suo impatto più profondo probabilmente nel settore zootecnico, come ha ben spiegato Massimo Battaglia, direttore dell'Associazione regionale allevatori Lombardia, a cui aderiscono circa 3.700 stalle per un totale di oltre 600mila vacche. I robot di mungitura qui sono una realtà abbastanza diffusa che coinvolge il 10% delle stalle e circa il 20% delle animali.

L'innovazione ha reso possibile una contrazione dei costi di produzione nel corso degli anni ed un aumento delle produzioni che hanno permesso al comparto di essere competitivo a livello internazionale. Le analisi che ogni giorno l'Associazione esegue sui campioni di latte permettono di avere prodotti sicuri e di standard elevato. Ma nonostante negli anni il prezzo del latte alla stalla sia rimasto sostanzialmente fermo, quello al consumo è schizzato in alto, sintomo di uno squilibrio del settore che gli allevatori faticano a compensare (vedi slide).

Grafico sul prezzo del latte

L'evento organizzato dalla Casa dell'Agricoltura è stato anche l'occasione per Filippo Renga, direttore dell'Osservatorio Smart AgriFood, di illustrare i dati della Ricerca 2018 che mostrano in Italia un notevole fermento. Il mercato nazionale dell'agricoltura 4.0 vale circa 400 milioni di euro (+270% anno su anno) e sono oltre 300 le soluzioni già sul mercato, impiegate dal 55% delle aziende agricole intervistate.

Come ha sottolineato Paolo Menesatti, direttore del Crea-Ing, uno dei settori che ha registrato il maggiore balzo in avanti legato all'innovazione digitale è quello della meccanizzazione agricola. A partire dei trattori a guida Gps già utilizzati alla fine del secolo scorso negli Usa, fino alle moderne attrezzature a rateo variabile presentate durante Eima. Gli agricoltori hanno a disposizione un gran numero di soluzioni tecnologiche, ora bisogna solo capire come diffonderne l'utilizzo.