La Coldiretti Sardegna lancia l'allarme siccità per l'isola, dove anche il mese di maggio non ha riservato precipitazioni di rilievo. "E' la drammatica realtà di queste settimane che ha già messo in seria difficoltà tutti i settori dell'agricoltura sarda e che potrebbe rappresentare il colpo di grazia definitivo se non ci sarà un immediato intervento della politica regionale" sottolinea un comunicato dell'organizzazione agricola.
 
Le precipitazioni stanno facendo registrare record negativi. Secondo un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea, a marzo e aprile le precipitazioni si sono praticamente dimezzate in tutta Italia: sono state inferiori rispettivamente del 53 e del 47,4% rispetto alla media. Sotto la media sono state lungo tutto l'inverno con un picco negativo a dicembre: -67%.
 
"Oltre ai dati è sotto gli occhi di tutti la difficoltà che si sta vivendo nelle campagne sarde a causa della siccità e che presto, continuando di questo passo, interesserà tutta la popolazione sarda" si afferma ancora nella nota.
 
Secondo la Coldiretti regionale, eccezion fatta per chi ha la possibilità di intervenire con l'irrigazione, pure in un contesto di bacini a secco e costi elevati, il resto del territorio sardo "va verso la desertificazione". I raccolti dei cerealicoltori sono ai minimi storici "tantissimi rinunceranno al raccolto" si sottolinea.
I pascoli sono già radi ed hanno costretto pastori ed allevatori ad intervenire con le poche scorte del fieno e dovranno comprarne altro a prezzi alle stelle. Ma in sofferenza ci sono già i boschi, i vigneti, gli oliveti e i frutteti, gli orti e tutte le colture in campo.
 
La Coldiretti Sardegna infine avvisa: "Questa siccità avrà delle pesanti ripercussioni non solo nell'immediato, ma anche per la prossima annata: le mancate produzioni costringeranno comunque gli imprenditori agricoltori ad approvvigionarsi delle scorte necessarie alle aziende, e lo dovranno fare con i costi (cari) aggiuntivi dei trasporti, visto che dovranno fornirsi fuori dall'isola".
 
La siccità per altro colpisce un settore già duramente provato dalla crisi del prezzo del latte ovino, dai fondi comunitari in ritardo e dalle avversità atmosferiche.