Lo scorso anno la Sardegna va al voto per il rinnovo del Consiglio regionale con il movimento dei pastori in piena attività: il 24 febbraio 2019. E nella prima decade di maggio Gabriella Murgia viene nominata assessora all'Agricoltura dal presidente della Giunta Christian Solinas. Le questioni da affrontare non sono poche: ridare slancio ai pagamenti verso le imprese agricole, primo pilastro della Pac e Psr, ma anche indennizzi per la siccità ed altre calamità. Ma occorre anche ridare fiato alla filiera ovicaprina, dopo che, mese dopo mese ci si rende sempre più conto che l'accordo dell'8 marzo 2019 sul prezzo del latte ovino non è destinato a raggiungere l'obiettivo per il quale era nato: almeno 1 euro al litro per il latte pagato all'ovile.
Nel frattempo un'altra emergenza sopraggiunge: una nuova siccità, dopo quella del 2017, per la quale ancora oggi in molti attendono gli indennizzi. AgroNotizie rivolge oggi all'assessora Murgia alcune domande sul futuro dell'agricoltura e della zootecnia sarda.

Oggi l'emergenza è la siccità e avete autorizzato l'irrigazione di soccorso: potendo contare, al 31 gennaio, su risorse idriche abbondanti nei bacini della regione, pari a 1.565 milioni di metri cubi d'acqua, ovvero l'86,9% del volume utile di regolazione autorizzato. Quella adottata è una misura valida per tutta la regione e per tutti i consorzi di bonifica?
"La buona disponibilità idrica dei bacini regionali ci consente di attivare irrigazioni di soccorso su tutto il territorio regionale. Ovviamente, ogni Consorzio di bonifica, autonomamente, decide se e quando autorizzare nel territorio di competenza gli interventi irrigui. Alcuni hanno già provveduto, altri si apprestano a farlo in funzione delle specifiche esigenze delle coltivazioni praticate nei territori. In ogni caso, le scorte idriche appaiono sufficienti su tutto il territorio regionale. Ieri, inoltre, in Comitato istituzionale dell'autorità di bacino abbiamo deliberato le preassegnazioni dei volumi idrici per i diversi Consorzi di bonifica".

Le organizzazioni agricole avevano lamentato poco tempo fa ritardi nei pagamenti degli indennizzi per la siccità 2017, oggi a che punto siamo?
"Effettivamente, gli interventi programmati nel 2018 per assicurare indennizzi sulle diverse calamità naturali occorse nel 2017 - nevicate, gelate e siccità - hanno registrato una difficoltà gestionale importante. Il numero elevato di domande presentate, che ha coinciso con un già consistente carico di lavoro in capo agli istruttori di Argea, ha determinato una situazione di stallo. Risultava definita fino a poco tempo fa l'istruttoria di circa 8mila domande su un totale di 22mila istanze presentate. La Giunta e il Consiglio regionale sono intervenuti per sbloccare la situazione di difficoltà di Argea, attraverso la creazione di una task force istruttoria che coinvolge anche personale che attualmente opera in altre Agenzie regionali. Allo stato, le pratiche relative alle calamità naturali del 2017 sono state assegnate a personale dell'agenzia Laore che sta procedendo all'avvio delle istruttorie. L'assessorato sta esercitando una costante azione di monitoraggio sull'andamento delle istruttorie ad oggi inevase, con l'obiettivo di smaltire il pregresso entro l'anno in corso. Per il futuro, stante la difficoltà di attivazione di misure specifiche d'indennizzo diretto da parte della Regione, ritengo indispensabile incentivare l'utilizzo degli strumenti assicurativi già esistenti attraverso un consistente abbattimento dei costi dell'assicurazione".

In tema di pagamenti: come stanno andando ora quelli del Programma di sviluppo rurale 2014-2020?
"Appare sensibilmente migliore la situazione gestionale del Psr 2014-2020. Infatti, sulla base di quanto pubblicato da Agea, con 670 milioni di euro di spesa già realizzata, la Sardegna si posiziona al di sopra della media nazionale e tra le prime regioni d'Italia per performance di spesa, potendo occupare dal secondo al terzo posto. Peraltro, ha superato abbondantemente l'obiettivo di spesa al 31 dicembre 2019 ed ha quasi conseguito gli obiettivi programmati alla data del 31 dicembre 2020, scongiurando, pertanto, il rischio di disimpegno dei fondi comunitari".

Ma torniamo ad oggi: se non dovesse piovere abbastanza ed in tempo nelle zone non irrigue, dove portare l'irrigazione di soccorso è impossibile, può essere un problema: quali comparti sarebbero quelli più colpiti?
"Sicuramente il comparto cerealicolo e, in particolare, le coltivazioni di grano duro, tradizionalmente praticate nelle aree non irrigue delle colline della Marmilla, della Trexenta e del Sarcidano. Il rischio è che la resa media per ettaro di coltura si riduca sensibilmente rispetto alle precedenti annualità. Tuttavia, sarebbero sufficienti poche precipitazioni primaverili per assicurare la quantità d'acqua necessaria per un corretto completamento del ciclo produttivo. L'assenza di precipitazioni, inoltre, potrebbe causare danni significativi su alcune colture arboree, in particolare olivo e mandorlo, nelle aree non ricomprese nella rete irrigua consortile e creare condizioni sfavorevoli per una buona resa delle essenze foraggere. Quindi, indirettamente, incidere ancora una volta sfavorevolmente sul comparto ovi-caprino regionale".

A che punto è con l'ente pagatore regionale per la Sardegna?
"L'Organismo pagatore regionale della Sardegna ha già ottenuto un primo riconoscimento provvisorio da parte del competente ministero delle Politiche agricole. L'avvio dell'attività di pagamento dell'Organismo è previsto a far data dal 16 ottobre 2020 con l'inizio del nuovo esercizio finanziario comunitario. Perché il riconoscimento diventi definitivo e possa essere avviata l'autonoma attività della Regione in materia è necessario provvedere a risolvere aspetti di carattere amministrativo e soddisfare tutti i criteri previsti dalle procedure europee e nazionali. Per alcuni di questi criteri la scadenza è stata fissata al 28 di febbraio, per gli altri entro il prossimo mese di maggio 2020. Argea sta provvedendo, anche in questi giorni, a definire atti e azioni tesi a soddisfare i requisiti richiesti dal ministero. Si tratta di una procedura particolarmente complessa, alla luce delle rigorose prescrizioni imposte dall'Unione europea in materia di strutture che operano nella gestione e nell'erogazione dei fondi agricoli. Confidiamo, in ogni caso, di risolvere rapidamente le criticità operative ancora esistenti e di poter finalmente disporre di un prezioso strumento per la semplificazione e lo snellimento burocratico delle pratiche agricole".

Il prezzo del Pecorino romano è fermo, i valori del latte non sono ancora soddisfacenti, il progetto sul comparto ovino va avanti?
"Dobbiamo intervenire con un'azione più incisiva sul comparto ovi-caprino che rappresenta ancora oggi il settore economico più importante del nostro comparto agroalimentare. Le rivendicazioni per un migliore prezzo del latte, sfociate lo scorso anno nelle note manifestazioni di piazza dei pastori, non possono essere affrontate con azioni estemporanee. Il settore ha bisogno di garanzie stabili per poter riprendere ad esercitare il ruolo trainante dell'economia rurale sarda. Come è noto, la Regione non può intervenire direttamente sui meccanismi di formazione del prezzo del latte ovino o di altri prodotti agroalimentari. Può, tuttavia, operare come garante del rispetto degli accordi tra i diversi componenti della filiera e fornire servizi al sistema zootecnico per rendere più trasparenti i dati qualitativi e quantitativi che stanno alla base dei rapporti che intercorrono tra imprese di trasformazione, commercializzazione e produzione del settore lattiero-caseario. E' per questo che proponiamo l'istituzione di una struttura regionale pubblica che operi esclusivamente a sostegno del comparto ovi-caprino: l'Ente per la pastorizia sarda. Una struttura specializzata, pubblica - quindi neutra ed indipendente - che oltre a curare i programmi regionali di ricerca e sviluppo, indispensabili per una crescita del comparto, gestisca direttamente anche laboratori di analisi e osservatori economici oggi dislocati in diverse strutture afferenti direttamente o indirettamente alla stessa Amministrazione regionale. Pensiamo ad una struttura snella e con un alto livello di specializzazione operativa".

Quali sono i progetti per il futuro?
"In primo luogo è necessario un rafforzamento della struttura dell'assessorato che oggi dispone di poco più di 80 dipendenti, non sufficienti a far fronte all'importante sforzo di programmazione richiesto per un comparto così importante. Questo potenziamento di organico potrà consentire di affrontare con maggiore determinazione le nuove sfide che ci vengono poste".

"In primo luogo gli interventi tesi a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici che, in questi ultimi anni, hanno spesso limitato le capacità produttive del settore primario regionale. E' necessario programmare e attuare un piano straordinario per l'infrastrutturazione rurale, adeguando e potenziando la rete irrigua consortile per limitare gli effetti dei ricorrenti periodi di prolungata siccità".

"Contestualmente, il piano dovrà mettere a punto anche gli interventi utili a limitare l'impatto negativo sul comparto di altri fenomeni calamitosi (in particolare alluvioni e cicloni) con il ripristino di condizioni del terreno ottimali per il drenaggio delle acque meteoriche e il finanziamento di strutture di protezione delle coltivazioni per limitare gli effetti di venti impetuosi e di fenomeni meteorologici straordinari".

"Troppo spesso la Regione è stata costretta ad intervenire con soluzioni tampone ad avversità con le quali dobbiamo abituarci a convivere. Solo con un ampio intervento strutturale pubblico si possono ripristinare condizioni stabili rassicuranti per la programmazione dell'attività delle nostre imprese agricole.
E' un tema che intendo proporre con forza nella prossima fase di programmazione delle risorse dello sviluppo rurale per il settennio 2021-2027".


"Bisognerà incidere, inoltre, sull'organizzazione delle filiere produttive con un'attenzione particolare alla componente produttiva primaria, con l'obiettivo di restituire maggiori quote di valore aggiunto alle imprese agricole e zootecniche".

E con quali strumenti di intervento intende intervenire sulle filiere produttive?
"Per agevolare questo percorso è necessario rafforzare lo strumento degli accordi di filiera, diffondendone l'impiego in tutti i comparti produttivi della nostra agricoltura. Dal punto di vista del sostegno finanziario andrà rinforzato e proposto lo strumento dei Progetti integrati di filiera, già sperimentato nel corso dell'attuale programmazione, attraverso l'emanazione di nuovi bandi che consentano il finanziamento di aziende del settore della trasformazione, sulla base di accordi di filiera sottoscritti con imprese agricole e zootecniche".

"Il nuovo Psr, inoltre, dovrà affrontare anche il tema della valorizzazione dei prodotti agroalimentari sardi che, pur caratterizzati da elevati standard qualitativi, faticano ad affermarsi nei mercati internazionali maggiormente remunerativi. Questi, a mio avviso, sono i principali obiettivi di breve e medio termine per un rilancio dell'azione pubblica a favore del nostro importantissimo tessuto imprenditoriale delle aree rurali".